Elezioni in Calabria, è rebus candidati: la Lega condiziona Berlusconi, il Pd frena su Talarico e pensa all’ex prefetto Gualtieri

elezioni regionali

Adesso è rebus candidature. Sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Se per le regionali di Reggio Emilia sembra profilarsi una nuova sfida bipolarista come in Umbria (con l’eccezione che i grillini potrebbero decidere di chiamarsi fuori da questa competezione), in Calabria – dove pure si vota il 26 gennaio – nessuna decisione è stata ancora presa. Ieri sera, a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono incontrati per fare il punto della situazione e provare a uscire dall’impasse, che dura da settimane. Spetta a Forza Italia indicare il candidato, ma il consenso di Lega e Fratelli d’Italia è fondamentale. E qui nasce l’inghippo. Il Cavaliere avrebbe voluto puntare su Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, ma il leader del Carroccio ha bocciato la candidatura.

Anche il Pd non ha ancora le idee chiare. O meglio, le aveva. Il nome sul quale si era deciso di scommettere era quello dell’editore Florindo Rubettino che però ha rifiutato la candidatura. «Purtroppo ho potuto constatare che non ci sono le condizioni nel quadro politico calabrese per fare tutto ciò. Il campo del centrosinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato. Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare superando le divisioni tra partiti e all’interno degli stessi partiti, in cui non si sa nemmeno distinguere l’impegno civico per servire la propria piccola comunità, quella più prossima dove crescono i propri figli, dalle logiche di fazione», ha spiegato Rubettino in una lettera. Non va dimenticato che in Calabria il partito è commissariato.

E, allora, si continua a cercare. In queste ore il Pd sta valutando il programma dell’imprenditore delle cravatte Maurizio Talarico. Lui, con una lettera inviata ai vertici del centrostrinistra, ha offerto la sua candidatura ma dopo un’iniziale euforia nei dem è sopraggiunta una riflessione: al Nazareno non sono così sicuri che Talarico, che è riuscito a collocare le sue cravatte sulle camicie di Trump e le sue pochette sulle giacche di Conte, possa essere un valido trascinatore verso la vittoria. E, allora, ecco che sul piatto spunta il nome di Giuseppe Gualtieri, l’ex prefetto calabrese che – da dirigente della Squadra Mobile di Palermo – arrestò Bernardo Provenzano.

Sullo sfondo, in Calabria come in Emilia Romagna, resta l’incognita dei Cinque Stelle. Dopo la deblace in Umbria, dove gli elettori hanno sonoramente bocciato l’accordo Pd-grillini per la candidatura del ‘civico’ Vincenzo Bianco, il Movimento aveva annunciato la conclusione dell’esperimento di ‘alleanza’ sui territori. Il punto è che, almeno in Emilia Romagna, sembra che i grillini abbiano deciso proprio di ritirarsi dalle elezioni: se Lega e Pd hanno già lanciati i propri candidati e sono nel vivo della rispettive campagne elettorali, i Cinque Stelle non hanno indicato alcun nome. Né hanno pubblicamente ufficializzato un eventuale appoggio ‘esterno’ al Pd. I dem, dal canto loro, sperano che i grillini dirottino i voti in favore del proprio candidato sia in Emilia Romagna che in Calabria, anche se in entrambe le regioni il peso specifico dei grillini è assai scarso e in ogni caso potrebbe rivelarsi ininfluente per un contributo decisivo.

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mercoledì, 20 Novembre 2019 - 16:14
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