Alleanza a due facce per i Cinque Stelle: corrono da soli in Emilia e con il Pd in Calabria

luigi di maio
Luigi Di Maio (Kontrolab)

Il Movimento Cinque Stelle viaggia verso le elezioni regionali in Emilia Romagna spaccato al suo interno. Se il voto sulla piattaforma Rousseau ha chiarito che deve presentarsi alle elezioni con le proprie liste, il nodo da sciogliere resta ed è quello dell’alleanza con il Partito Democratico. Luigi Di Maio, leader pentastellato in forte perdita di consensi, non vuole ripetere in Emilia Romagna la debacle del patto in Umbria e si trova davanti ad una base divisa: da una parte chi non vuole il Pd, dall’altra chi sosterrebbe una alleanza. Persino in Consiglio regionale la divisione è palpabile: due consiglieri andrebbero coi Dem, due no.

Il problema, per il capo politico del Movimento, non è da poco. Sostenere Bonaccini non si può, lo ha ribadito ieri sera al termine di una riunone all’Hotel Regency di Bologna con gli attivisti: «Lo Statuto lo vieta – ha ribadito – e su questo ho sentito anche Beppe Grillo». Il governatore emiliano uscente dal canto suo non ha chiuso ai grillino, offrendo loro assessorati e patti programmatici ma ha poi ribadito: «Non rincorro nessuno. Se non ci sarà alleanza, amici come prima ed avversari leali».

La soluzione del complicato puzzle in Emilia Romagna secondo il politico di Pomigliano è nel «recupero della identità» del Movimento. Sì quindi alla corsa da soli per le Regionali emiliane, tutt’altro discorso invece in Calabria. Qui il centrodestra non ha ancora un candidato, e la strada dei Dem sembra più facile. Si punta su un candidato civico di spessore, l’imprenditore del tonno Pippo Callipo, e su questa alleanza l’accordo coi Cinque Stelle può esserci.

Ma al di là delle competizioni locali, le fratture interne ai grillini si riflettono anche sul piano nazionale e di governo. Certo, Luigi Di Maio ha ribadito che queste consultazioni regionali non sono «un referendum sulla tenuta del Governo» ma intanto richiama all’ordine i democratici su alcuni nodi centrali come la riforma della giustizia e la prescrizioni, punti programmatici sui quali, rivolgendosi agli alleati di governo, ha ribadito che «bisogna andare avanti e non indietro».

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martedì, 26 Novembre 2019 - 10:28
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