Napoli, sgozzò il padre nel supermercato: questione di legittimità costituzionale della riforma sull’accesso al rito abbreviato

Tribunale

Portare all’attenzione della Consulta la riforma del giudizio abbreviato, entrata in vigore il 20 aprile scorso, per valutare se ci siano profili di illegittimità costituzionale. E’ la richiesta che ieri mattina, lunedì 2 dicembre, è stata avanzata dall’avvocato Alfonso Liccardo ai giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Lucia La Posta) nell’ambito del processo che Alfredo Cardone imputato per l’omicidio del padre, reato aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.

Per effetto della riforma, ad Alfredo Cardone – detenuto in carcere – è stata negata la possibilità di accedere al rito abbreviato, formula che prevede lo sconto della pena. La nuova norma, che ha modificato il codice di procedura penale nella parte che regola la riduzione dei tempi della pena, vieta il ricorso all’abbreviato a chi è accusato di reati come la strage, l’omicidio aggravato, il sequestro di persona a scopo di estorsione, qualora il colpevole cagioni la morte del sequestrato. Tuttavia, recita la norma, l’imputato può avanzare richiesta di abbreviato in Corte d’Assise, lasciando ai giudici la scelta sull’ammissibilità dell’istanza. L’avvocato Liccardo ha così messo in discussione la legge n.33 del 12 aprile 2019. «Mi chiedo se è ragionevole che un processo siffatto non possa essere celebrato con l’abbreviato – ha osservato il legale – Il processo è uno strumento per l’accertamento del fatto, e in questo caso l’accertamento del fatto è stato fatto in maniera pressoché completa».

Il processo ad Alfredo Cardone, infatti, non è uno di quelli indiziari. Lo scorso 26 aprile il 31enne ha accoltellato il padre Vincenzo, sgozzandandolo, all’interno del supermercato Sidis, in via Nuova Poggioreale, gestito dalla vittima: all’aggressione hanno assistito numerosi testimoni ed anche una delle sorelle di Alfredo, che stava lavorando alla cassa. Vi sono inoltre i filmati dell’omicidio ripreso in tutta la sua drammaticità dalle telecamere installate all’interno del supermercato. A chiudere il cerchio c’è poi la confessione di Cardone, resa subito dopo essere stato fermato dalla polizia.

Sulla questione di legittimità costituzionale i giudici si sono riservati di decidere. Si torna in aula a fine gennaio. Nel processo si sono costituti parte civile i fratelli di Cardone, assistiti dall’avvocato Michele Caiafa. L’imputato ieri mattina era presente in udienza.

martedì, 3 Dicembre 2019 - 08:00
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