Il 54% degli under 25 voterebbe le Sardine, Sartori dice no ad un partito e prepara la manifestazione di Roma


E se le ‘Sardine’ scendessero in politica? La tentazione non c’è, dicono i fautori del movimento che sta portando migliaia di persone in piazza in tutta Italia, ma i cittadini, secondo recentissimi sondaggi, sarebbero pronti a supportarli non solo durante le manifestazioni ma anche nelle urne elettorali.

Il dato emerge dal sondaggio della Demos pubblicato ieri su La Repubblica. Se il movimento creato da Mattia Sartori si trasformasse in partito, otterrebbe un sostegno molto ampio da parte degli elettori che hanno meno di 34 anni: il 54% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni li voterebbe, tra i 25 ed i 34 anni la percentuale è del 39%. Il 47% degli elettori del Partito democratico li voterebbe senza indugio, ma l’adesione non è solo nel centrosinistra perché anche il 24% dei votanti di Forza Italia ed il 15% di quelli della Lega sarebbero tentati. Un consenso trasversale che si tradurrebbe in una fuga dal Movimento Cinque Stelle che proprio sulle piazze, sebbene con toni e temi diversi, è nato.

Il leader delle Sardine però non si dice interessato: «Questi sondaggi – ha dichiarato – fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo. Ma a Piazza San Giovanni deve accadere qualcosa di grande, altrimenti chi ha manifestato nelle altre città si sentirà solo».

«Per chi sta impigrito sul divano – spiega Sartori – è arrivato il momento di alzarsi, di smetterla di pensare che il problema riguarda altri, che sia ancora il momento di delegare. I numeri ci dicono che Salvini cala, ma Fratelli d’Italia cresce. Non mi pare che sia un partito simile alla Dc, né che la Meloni assomigli a De Gasperi. Il problema rimane». Del sondaggio, sottolinea: «Un aspetto positivo c’è: significa che non veniamo visti solo come un movimento anti-Salvini. Siamo invece un movimento a difesa di qualcosa che dovrebbe preoccupare tutti: un linguaggio più rispettoso che non ha bisogno di trucchetti, la ricostruzione di un tessuto democratico. In un’Italia che si sta sgretolando dovremmo essere tutti più coesi».

«Abbiamo sempre detto – conclude- che non vogliamo creare una forza politica. Per questo temiamo i sondaggi che ci lanciano nella stratosfera. Vogliamo invece riconoscere la competenza della politica. Io farei follie per diventare assessore allo Sport nella mia regione, ma non sarei in grado».

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lunedì, 9 Dicembre 2019 - 10:34
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