L’obiettivo finale era intascare 3 milioni di euro. Ma il piano prevedeva un sequestro di persona. Undici persone, residenti tra Napoli e Reggio Emilia, avrebbero programmato di tenere sotto scacco un imprenditore bolognese, impegnato nel settore informatico, allo scopo di farsi consegnare 3 milioni di euro per il rilascio. E il piano, dicono gli inquirenti, era in fase assai avanzata: la banda aveva anche individuato un appartamento a Milano dovere nascondere l’ostaggio e oggi si sarebbe dovuto consumare il colpo. Intercettazioni, attivate nell’ambito di un altro procedimento, avevano restituito l’imminenza dell’esecuzione del piano, ragione per cui la procura della Repubblica di Bologna ha deciso di agire d’urgenza.
«Come ti dicevo io per stasera sono pronto, ho sia il capannone per il lavoro che l’appartamento per gli operai… quello che vi chiedo è essere sicuri che il pacco sia attrezzato di tutto quando sarà… prelevato, perché se non è attrezzato di tutto non vorrei fare un flop e dopo devo accompagnare a casa per avere tutta l’attrezzatura, sono stato chiaro?», si sente in una intercettazione. In un’altra conversazione uno dei componenti della banda propone a un complice di usare il cloroformio per addormentare la vittima: «Ho fatto una scommessa con una personam perché abbiamo visto un film e non mi ricordo come si chiama quel coso che mettono sui fazzoletti per fare svenire le persone», chiede uno. E l’altro domanda: «Ma quello si vende tranquillamente, giusto?».
Di qui la necessità di agire con dei fermi. Otto dei fermi sono stati eseguiti su richiesta del pm bolognese Roberto Ceroni, mentre gli altre su iniziativa dei militari. Le persone arrestate sono: Laura Brioccia, 30 anni, di Colognola ai Colli (Verona), Giulio Brioccia, 40 anni, di San Martino Buona Albergo (Verona), Salvatore Guzzo, 47 anni, di Reggio Emilia, Antonio Cerqua, 56 anni, anche lui di Reggio Emilia, Giovanni Pezzella, 45 anni, di Napoli, Diego Frigerio, 38 anni, residente in Svizzera, Giuseppe Lausi, 43 anni di Casoria (Napoli), Giovanni Rinaldi, 50 anni, di Napoli, Luigi Fasano, 50 anni, Luigi Petrone, 47 anni, anche loro di Napoli, Nicola Bezzini, 41 anni, di Bergamo. Di questi, Guzzo e Cerqua sono accusati anche di rapina aggravata, insieme a Abdelali Ahedan, 42 anni, marocchino residente a Castelfranco Emilia (Modena), Salvatore Di Dato, 49 anni, di Napoli, Pio Attanasio, 42 anni, di San Giorgio a Cremano (Napoli) e Vincenzo Durante, 27 anni, anche lui di San Giorgio a Cremano.
Le indagini hanno consentito anche di comprendere il perché del sequestro. Tutto è partito da alcune truffe informatiche sulle quali aveva indagato la procura di Milano. Da quell’indagine era scaturito il sequestro di alcuni conti correnti riconducibili a membri della banda. Da qui la necessità del gruppo di rientrare dei soldi persi e l’idea venuta a Laura e Giulio Brioccia, fratello e sorella di Verona e titolari di alcune ditte di componenti informatici), e a un autista di bus pubblici, il 47enne Salvatore Guzzo che da anni lavora a Reggio Emilia, di mettere a segno il colpo. Fratello e sorella sono stati intercettati mentre si davano la carica: «Dobbiamo fare un colpo alla grande, dobbiamo essere più bravi di quella della Casa di Carta». I due veronesi avevano necessità di rientrare dei soldi sequestrati perché li dovevano a persone poco raccomandabili con le quali lavorarono.
Per la realizzazione del piano, però, i tre si sono rivolti a tre napoletani e un livornese, che avrebbero avuto il materiale compito di sequestratori. Il compenso promesso ai partenopei era di 50mila euro.
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giovedì, 12 Dicembre 2019 - 19:30
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