Anno giudiziario, il Csm sceglie i referenti per i singoli distretti: Davigo a Milano, Di Matteo a Palermo, Ermini a Perugia

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L'ex pm di Mani Pulite Piercamillo Davigo

Un’occasione per tracciare un bilancio dell’andamento della giustizia nei singoli distretti di Corte d’Appello, per sottolineare eventuali miglioramenti sotto il profilo di gestione degli uffici e dello smaltimento dei procedimenti pendenti, ma soprattutto per evidenziare le criticità di una ‘macchina’, quella della Giustizia, che nonostante l’impegno degli operatori della Legge fatica a camminare (con qualche rara eccezione). Un’occasione, infine, per disegnare – città per città – le problematiche principali sul fronte dell’incidenza della criminalità, organizzata e non.

Torna la consueta cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Il 31 gennaio 2020 appuntamento in Corte di Cassazione, nell’aula Magna. Sarà presente anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Il primo febbraio, invece, l’inaugurazione dell’anno giudiziario si sposta nelle sedi dei singoli distretto di Corte d’Appello. Le relazioni sono affidate, come di consueto, al procuratore generale e al presidente della Corte d’Appello. Spazio anche a un rappresentante del ministero della Giustizia, della magistratura e dell’avvocatura. Allo stato solo il Csm ha già abbinato i suoi componenti (o suoi referenti) a ciascun distretto di Corte d’Appello.

Piercamillo Davigo, che guida la corrente ‘Autonomia & Indipendenza’ sarà a Milano, mentre Mario Suriano di Area sarà a Roma. A Napoli invece l’intervento sarà affidato al magistrato Antonio D’Amato di Magistratura Indipendente, entrato nel Csm con le elezioni suppletive di ottobre. Per D’Amato è un ritorno a casa. Tornerà a ‘casa’ anche Nino Di Matteo, pure lui entrato nel Csm con le suppletive di ottobre: sarà lui ad intervenire durante la cerimonia di inaugurazione del distretto di Corte d’Appello di Palermo.

Fortemente simbolica, infine, la scelta di assegnare il vicepresidente del Csm David Ermini al distretto di Corte d’Appello di Perugia. Proprio a Perugia è partita l’inchiesta che ha stravolto il mondo della magistratura facendo emergere tentativi di ingerenze nelle nomine dei capi di alcuni uffici di procura, uno scenario che ha portato alle dimissioni di cinque consiglieri togati del Csm (uno indagati e gli altri lambiti da un’intercettazione) e del procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio (al quale è subentrato Giovanni Salvi).

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martedì, 17 Dicembre 2019 - 16:33
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