Patto per la Salute: medici in pensione e specializzandi in corsia, nelle case arriverà l’infermiere di famiglia

Infermiere
di Bianca Bianco

Insieme alla scuola, è il settore che negli anni ha subito i maggiori tentativi di riforma. La Sanità italiana, considerata in più parti del mondo un modello da seguire, soffre per la mancanza di risorse (soprattutto umane) e per un gap che si fa sempre più ampio tra gli ospedali ed i centri di assistenza del Nord e quelli del Sud. L’ultima ‘rivoluzione’ è arrivata ieri, con il Patto per la Salute siglato da Governo e Regioni che prevede nuovi stanziamenti ma anche novità su medici e prestazioni sanitarie.

Quella più urgente riguardava sicuramente i sanitari. A causa dei pensionamenti anticipati e del lungo iter degli iscritti a Medicina ed alle specializzazioni prima di potere esercitare, si assiste ad una diffusa carenza di professionisti. Si è deciso così di introdurre due novità. I medici che hanno più di quaranta anni di servizio e massimo 70 anni, dopo l’addio al camice potranno comunque continuare a prestare la propria opera ma come volontari; via libera inoltre agli specializzandi in corsia, purché siano al terzo anno della specialistica. Il Ministero della Salute ha comunque stabilito un aumento dei fondi che porterà nel giro di tre anni (il patto è per il 2019-2021)a 5mila nuove assunzioni: il 60% saranno infermieri, il 40% medici.

In tema di assistenza domiciliare, viene introdotta la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità che accanto ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti ambulatoriali e ai farmacisti garantisca la completa presa in carico integrata delle persone; un responsabile delle cure domiciliari, non solo fisiche ma anche psicologiche, che agisce coordinandosi con il medico. In tutta Italia, inoltre, le  19mile ‘farmacie di servizio’ già esistenti forniranno anche test di prima istanza o prenotazioni di visite specialistiche, in modo da alleggerire le procedure che i pazienti seguono per arrivare allo specialista.

Queste riforme saranno possibili grazie ad un lauto stanziamento di fondi per il triennio, pari a 3,5 miliardi che si aggiungono ai 18 complessivi, ed alle somme stanziate per edilizia (2 miliardi) ed ammodernamento tecnologico (1,5 miliardi). Somme che solo in parte saranno ‘coperte’ dai contribuenti, per i quali è sparito dal Dl Fisco il superticket in favore di quello graduato, commisurato a prestazione e reddito.

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giovedì, 19 Dicembre 2019 - 10:13
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