Intimidazioni agli amministratori locali, boom di casi nel 2019: in Sicilia escalation di violenze | L’allarme del Viminale

sindaco generica
di Bianca Bianco

Nei primi nove mesi del 2019 sono stati 495 gli atti intimidatori compiuti nei confronti di amministratori locali in Italia. I dati del Viminale certificano quella che è una vera e propria emergenza da monitorare. Chi gestisce la cosa pubblica è spesso bersaglio inerme della violenza privata o della criminalità organizzata, un fenomeno in aumento visto che lo scorso anno, nello stesso periodo, gli attentati denunciati furono 447.

Un fenomeno che ha diverse matrici. Stando alle statistiche stilate annualmente dal Viminale, chi colpisce un sindaco, un assessore o un consigliere comunale agisce solitamente per ragioni ‘ignote’ (in 253 casi nel 2019), per tensioni politiche (87 casi), per tensioni sociali (80 casi), per criminalità comune (38 casi) o per violenza privata (36). In un caso, in Campania, si è accertato che ad agire è stata la criminalità organizzata.

E’ in Sicilia che il fenomeno si fa preoccupante, con 70 casi nei primi mesi del 2019; seguono Lombardia (51 casi), Puglia (48), Campania (41), Calabria (40), Sardegna (39), Emilia Romagna (33), Piemonte (33) e Veneto (32).

Proprio per non lasciare soli gli amministratori che quotidianamente affrontano i piccoli e grandi problemi delle loro comunità, il Ministero dell’Interno nei giorni scorsi ha riunito l’OsservatorioNazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, presieduto dal Ministro Luciana Lamorgese.

«I primi cittadini non saranno lasciati soli – ha affermato Lamorgese -. Convocherò periodicamente questo importante tavolo per condividere ed elaborare insieme strategie efficaci di prevenzione e contrasto degli atti intimidatori. Il Viminale è la casa dei diritti e delle libertà – ha sottolineato il Ministro -. Il nostro compito e’ garantire il libero e democratico esercizio delle funzioni da parte degli amministratori locali. Un ruolo di primo piano è quindi affidato agli Osservatori regionali, che rappresentano le sedi propositive di dialogo ed ascolto fra rappresentanti degli enti locali, Forze di polizia, magistratura e amministrazione scolastica».

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giovedì, 26 Dicembre 2019 - 11:44
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