Botti di Capodanno inquinanti come un inceneritore, dati e numeri di una tradizione sempre più vietata

Capodanno a Napoli
La magia del Capodanno di Napoli (foto Kontrolab)
di Bianca Bianco

Sono pericolosi e sono inquinanti. Mentre ci accingiamo a salutare il 2019 e a dare il benvenuto al nuovo anno, possiamo provare a mettere su una bilancia vantaggi e svantaggi dell’utilizzo di fuochi pirotecnici per la notte di San Silvestro. Scopriremmo che questa tradizione ancora molto in voga è dannosa non solo per i rischi legati all’utilizzo di petardi ma anche perché i ‘botti’ inquinano – secondo alcuni studi – più di un inceneritore. Ne vale davvero la pena?

Facciamo l’esempio di Napoli, una delle città in cui i festeggiamenti rumorosi sono tra i più sentiti (con le conseguenze in termini di vittime che purtroppo conosciamo). Qui, stando ad un rapporto stilato dalla Confederation of european waste-to-energy plants, la diossina sprigionata dai giochi pirotecnici fatti esplodere la notte del 31 dicembre del 2005 fu pari a quella prodotta per un anno da 120 inceneritori. A Milano, nel 2010, le polveri sottili dopo le celebrazioni per il Capodanno toccarono livelli altissimi. Per questo sono molte le associazioni ambientalisti, in primis Legambiente, che invitano a moderare l’utilizzo dei botti, suggerendo un sano divertimento piuttosto che una esibizione pirotecnica. Del resto, basta leggere il contenuto di questi artifizi per comprendere il livello potenziale di inquinamento: gli esplosivi rilasciano nell’aria piombo, manganese, rame, magnesio, bario – per citare alcune sostanze – e la polvere da sparo contiene nitrato di potassio, carbone e zolfo che formano anidride carbonica. Un boom di inquinanti che, nel caso di una notte tersa senza pioggia né vento, riversano i loro effetti nocivi sull’atmosfera.

Non è da trascurare poi l’aspetto legato ai rischi per chi maneggia petardi ed affini. Lo scorso anno, all’alba del 2019, la Polizia di Stato ha tracciato il bilancio della nottata di esplosioni: 216 feriti, di cui 44 ricoverati.. Tra i feriti, 41 erano minorenni. Negli anni precedenti i numeri dei feriti erano significativamente più elevati: 361 nel 2014, 622 nel 2013 e 595 nel 2012. Ciò non toglie che l’emergenza esista ancora, nonostante sempre più Comuni abbiano deciso di mettere al bando i botti. Dicono no ai fuochi pericolosi Roma, Milano, Bologna, Firenze, Genova Torino, Pescara, Catania, Palermo mentre a Napoli si invita ‘solo’ alla prudenza i cittadini. Una mappa interattiva dei divieti – che pubblichiamo – è stata stilata dal sito Lazampa.it.

Dove non sono scattate le ordinanze, c’è comunque il buonsenso dei cittadini. Sono sempre di più quelli che non amano ‘sparare’ per dare addio all’anno vecchio preferendo in alcuni casi aderire alla moda della liberazione in aria delle lanterne cinesi. Anche in questo caso però bisogna fare molta attenzione. Lo scrivono sulla loro fanpage i vigili del fuoco: «Se pensate di utilizzarle, lo farete mettendo in pericolo la sicurezza di molte persone inconsapevoli. La lanterna, quando perderà quota, potrebbe finire in un giardino privato, in un bosco, su auto o moto parcheggiate, sul balcone di una abitazione e innescare incendi, e molti episodi passati lo confermano, anche molto gravi».

Utilizzare in ogni caso la testa, dunque, è l’unico vero suggerimento per chi vuole celebrare il 2020 in allegria. Usare solo petardi non pericolosi, se proprio si vuole fare esplodere non solo metaforicamente il proprio entusiasmo. Limitarne l’uso per non inquinare, non farsi male e non fare del male agli animali, molto sensibili agli scoppi. Ed evitare le scenografiche lanterne cinesi se non si è in un luogo sicuro. Insomma, festeggiare col cervello.

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martedì, 31 Dicembre 2019 - 10:17
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