San Giorgio, la città di Troisi ostaggio della camorra: bomba carta contro un pub, 10 anni scanditi da vittime innocenti e raid

La polizia
di Manuela Galletta

La città che ha dato i natali a Massimo Troisi è diventata un territorio umiliato e offeso dalla camorra. Ostaggio un tempo, non troppo lontano, degli Abate che da queste parti erano soprannominati i ‘cavallari’, e poi terreno di scontro tra i clan rivali: prima la scissione interna agli Abate con i Troia che cercavano di guadagnare spazi e autonomia, e poi l’invasione dei D’Amico-Mazzarella di San Giovanni a Teduccio che si sono insinuati cavalcando inchieste e arresti che hanno raso al suolo i gruppi criminali autoctoni. Una lunga storia criminale che ha provocato vittime innocenti e colpito al cuore l’economia del territorio, trasformando anche il salotto buono della città in una realtà insicura e deforme.

La camorra la fa da padrona a San Giorgio a Cremano, e mostra il suo lato più feroce con le attività commerciali. Quelle usate come bancomat dai malviventi, quelle alle quali viene imposto il ‘pizzo’ che deve poi foraggiare gli stipendi ai capiclan e agli affiliati. Niente minacce, però. Chi vuole imporre le sue regole, piega i riottosi direttamente con le bombe. Bombe carta, che ti distruggono il locale o, nei casi più fortunati, solamente l’ingresso. Intimidazioni in grande stile, ché il messaggio è destinato non solo alla vittima ma a tutti quelli che hanno in animo di ribellarsi. Nella notte è toccato a un pub aperto da poche settimane finire nella black list di chi sta martoriando questo comune alle porte di Napoli: una bomba carta ha danneggiato l’ingresso della paninoteca ‘O Grill in piazza Giordano Bruno. Non la periferia di San Giorgio a Cremano, ma una zona bene dove insistono parchi residenziali, storiche attività (bar e pasticceria) e che si tuffa nella centralissima via Manzoni. Una zona che la sera è punto di ritrovo di molti ragazzini.

Poche sere fa la camorra ha fatto sentire la sua pressione anche al corso Umberto I, arteria che collega San Giovanni a Teduccio con la piazza dove insiste il Comune di San Giorgio: una bomba carta è esplosa intorno alle 2.15 del 28 dicembre dinanzi alla vetrina della gioielliera Mariarosaria Esposito danneggiando una vetrina. Due episodi in pochi giorni, che cadono in uno dei tre periodi dell’anno durante i quali la camorra si fa più aggressiva nei confronti delle vittime del pizzo: è tempo di riscossione di una delle tre canoniche rate delle estorsioni, è tempo di marcare il territorio. E San Giorgio è un territorio che solletica da parecchio gli appetiti della camorra. Qui l’elenco delle bombe carta contro le attività commerciali è lungo, ma nonostante questo spesso ignorato. Nel marzo dello scorso anno una bomba carta è esplosa devastando la saracinesca di un negozio di bici che insisteva in via don Morosini all’angolo di via Gianturco, zona San Giorgio Vecchio. E proprio quest’area è stata bersaglia negli anni dalla camorra: il 18 maggio dl 2018 ad essere colpito fu il ristorante il ‘Mesa’, la bomba carta provocò danni a porte e finestre e a cinque auto in sosta davanti al locale.  Il 5 maggio del 2017 nel mirino un’autofficina per riparazione di auto in via San Giorgio Vecchio subì danni alla saracinesca (sempre a causa di una bomba carta). Il 27 settembre del 2014, intorno alle 4 di notte, una bomba carta esplose davanti al ‘Dorian Gray’, che era aperto da poche settimane. Il pub si trova in via San Giorgio Vecchio a un tiro di schioppo dal parco dove abita il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno. Quello stesso parco nel quale , appena lo scorso 12 ottobre, ignoti si sono introdotti per incendiare lo scooter del primo cittadino allo scopo di inviargli un ‘messaggio’.

Tutti episodi che scandiscono una storia criminale che ha umiliato e offeso una città che piange anche una vittima innocente. Nel pomeriggio del 13 gennaio del 2011 due persone in sella a uno scooter aprirono il fuoco in via San Giorgio Vecchio proprio a pochi passi dal Dorian Gray, nello slargo sul quale affacciano una tabaccheria, qualche piccola pizzetteria e un circoletto ricreativo. L’obiettivo era Luigi Formicola, che rimase ucciso. Ma uno dei proiettili esplosi dai killer colpì anche Vincenzo Liguori, di Pollena Trocchia, un onesto lavoratore e padre di famiglia che in quel momento si trovava all’interno della sua officina meccanica intento a riparare un veicolo. Per questo duplice omicidio non ci sono colpevoli. La Direzione distrettuale antimafia ha pure trascinato a processo il ras Vincenzo Troia, accusandolo – sulla scorta delle dichiarazioni del pentito Giovanni Gallo, di essere il mandante del raid, ma la mancanza di riscontri ‘forti’ e univoci a quel racconto (giudicato attendibile ma per legge non sufficiente) hanno fatto sì che all’esito di tre gradi di giudizio Troia venisse assolto con sentenza definitiva. Da allora, dal quel drammatico pomeriggio, sono trascorsi 8 anni: già all’epoca era evidente che San Giorgio a Cremano fosse un territorio in balia della camorra, ma per questa città poco o nulla è stato fatto.

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sabato, 4 Gennaio 2020 - 15:44
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