Attaccò Gratteri in Tv, il Csm contro il pg Lupacchini: rischia il trasferimento

Il magistrato Nicola Gratteri

E’ una storia singolare quella che da settimane si sta scrivendo nel palazzo di giustizia di Catanzaro. Il Procuratore generale Otello Lupacchini rischia di essere trasferito altrove per avere contestato pubblicamente il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a seguito delle dichiarazioni polemiche rese proprio da Gratteri sullo scarso rilievo mediatico, a suo dire, riservato alla maxi-inchiesta che ha portato a oltre 300 arresti.

La prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura ha infatti aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale per Lupacchini accusandolo di avere «delegittimato pubblicamente» Gratteri. Secondo i sei consiglieri che compongono la Commissione – presieduta dal togato di Autonomia e Indipendenza Sebastiano Ardita – questa vicenda e altri pregressi comportamenti avrebbero appannato l’immagine di magistrato di Lupacchini e la sua capacità di operare con la necessaria autonomia e indipendenza. Una contestazione a cui il Pg potrà rispondere (se lo vorrà con l’assistenza di un difensore) lunedì prossimo, data in cui è stato convocato dalla Commissione. La decisione è stata presa all’unanimità.

Un caso davvero singolare che merita di essere ripercorso. Comincia tutto all’alba del 19 dicembre quando dalla Calabria rimbalza la notizia dell’esecuzione di oltre 300 arresti nell’ambito dell’inchiesta ‘Rinascita-Scott’ che ha acceso i riflettori non solo sulle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese ma ha anche provocato un terremoto nel mondo politico e imprenditoriale dal momento che tra gli arresti c’erano anche Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia e passato nel 2017 a Fratelli d’Italia, ritenuto la ‘cerniera’ verso i mondi con cui la famiglia Mancuso; il sindaco di Pizzo e presidente dell’Anci Calabria, Gianluca Callipo; l’ex consigliere regionale dem Giamborino e l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, poi comandante provinciale a Teramo fino a ottobre. Il maxi-blitz viene poi accompagnato da una conferenza stampa nel corso della quale Gratteri parla di «giornata storica e non solo per la Calabria», racconta le origini delle indagini (cominciate quando lui si è insediato nel maggio 2016), e spiega anche che la fuga di notizie ha rischiato di pregiudicare l’operazione. «Il giorno del mio insediamento ho pensato questo: di smontare la Calabria come un Lego e poi rimontarla piano piano. Era necessario fare sinergia, mettere a frutto l’intelligenza e la professionalità dei miei ragazzi, tutti magistrati giovani e straordinari».

Le dichiarazioni di Gratteri sollevano però anche qualche polemica. Il Riformista, diretto da Sansonetti, titola: «Gratteri arresta metà Calabria. Giustizia? No, è solo show». Il pensiero sfonda nel mondo dell’avvocatura che mal digerisce l’eccessivo rilievo dato a un blitz considerato che siamo nella fase iniziale di un più articolo percorso giudiziario. Si aggiunge poi l’attacco della deputata del Pd Enza Bruno Bossio, che accusa Gratteri di volere usare l’inchiesta come un «palcoscenico» e arriva ad affermare che la candidatura a governatore della Calabria di Pippo Callipo (voluto dal Pd) sia in realtà stata benedetta da Gratteri, il quale avrebbe voluto tagliare fuori il governatore uscente Mario Oliviero. Un inciso: Enza Bruno Bossio è la compagna di Nicola Adamo, indagato dalla procura di Catanzaro. Gratteri incassa e poche ore dopo rilancia, accusando i maggiori quotidiani italiani di non avere dato risalto sulle prime pagine dei cartacei alla maxi-inchiesta.

A questo punto si registra l’intervista del procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, che rilascia, a TgCom 24, un durissimo intervento su Gratteri. Anzitutto Lupacchini getta ombre sul metodo di indagine di Gratteri: «La procura generale può rispondere soltanto sulla base di ciò che normalmente accade e cioè l’evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della procura distrettuale di Catanzaro stessa». Poi lamenta una mancata considerazione da parte di Gratteri rispetto all’esecuzione degli arresti: «I nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti – spiega Lupacchini – li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione sulla stampa che evidentemente è molto più importante della procura generale contattare e informare».

Apriti cielo. All’interno della magistratura parte la corsa in difesa di Gratteri: i cinque consiglieri di Area nel Csm chiedono l’apertura di una procedura «per l’adozione di urgenti provvedimenti a tutela della credibilità della Autorità giudiziaria di Catanzaro e dell’esercizio sereno, imparziale ed indipendente della funzione giudiziaria in quella sede». E così accade. Lupacchini adesso rischia il trasferimento.

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giovedì, 9 Gennaio 2020 - 17:00
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