Strage Bologna, ergastolo all’ex terrorista dei Nar Cavallini: i familiari delle vittime chiedono la verità sui mandanti

strage bologna

Una camera di consiglio fiume. Sei ore e mezza di discussione. Poi la decisione: l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini è stato condannato all’ergastolo nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che provò 85 morti. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Assise di Bologna, che però hanno riqualificato il contestato reato previsto dall’articolo 285 del codice penale, quello che «chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage territorio dello Stato o in una parte di esso»: la Corte ha condannato Cavallini per l’articolo 422, che punisce chiunque fuori dei casi previsti dall’altro reato «al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità» provocando la morte di persone. Il significato, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, è, secondo l’avvocato difensore Alessandro Pellegrini, che «non c’era la finalità di attentare alla sicurezza dello Stato».

Cavallini è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale, una sorta di anticipo sul risarcimento danni che sarà stabilito in separata sede, in favore dei parenti delle vittime: nello specifico è stato condannato a pagare 100mila euro per ogni persona che nella strage ha perso un parente di primo grado o il coniuge; 50mila euro per chi ha perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo grado; 30mila euro per chi ha perso un parente o un affine di grado ulteriore; 15mila euro per ogni ferito; 10mila per chi ha un parente ferito.
Cavallini, che è sottoposto al regime della libertà (la sera deve rientrare nel carcere di Terni), non era presente in aula alla lettura della sentenza. Questa mattina, prima che i giudici rientrassero in camera di consiglio, aveva resto dichiarazioni spontanee per professare ancora una volta la sua innocenza: «Se voi pensate che ragazzini di poco più 20 anni – ha detto Cavallini davanti ai giudici – alcuni minorenni, io poco più grande, siano stati la longa manus o gli esecutori di ordini di gruppi di potere come la P2 o di gruppi criminali come la mafia fate un grosso errore di fronte alla verità e al Paese (…) «Io, in ogni caso, sono pronto a seguire le conseguenze. Mi sono imposto di accettare tutto quello viene e offrire la sofferenza a nostro Signore».

La difesa ha già annunciato ricorso: «Questi sono processi da vedere nell’ottica dei tre gradi di giudizio. Ci sarà l’appello, la Cassazione.. siamo solo all’inizio, anche se è grottesco dirlo a 40 anni di distanza dal fatto, ma siamo costretti a dirlo. E’ una sentenza che delude, ma non mi stupisce», ha commentato l’avvocato Alessandro Pellegrini.

Il ricorso sarà presentato all’indomani del deposito delle motivazioni della sentenzia, fissato in 180. E le motivazioni sono attese anche dai legali dei familiari delle vittime. Durante il dibattimento, ha ricordato l’avvocato Andrea Speranzoni, è emerso «il ruolo di apparati deviati dello Stato». Un dato importante. «Dobbiamo, a questo punto, leggere le motivazioni – ha aggiunto – sappiamo che c’è da due anni un’indagine sui mandanti in Procura generale. In questo dibattimento è emerso che Gilberto Cavallini aveva dei numeri di telefono di una struttura dell’intelligence, è emerso un covo dei Nar a Roma in via Gradoli in un luogo noto per altre vicende di terrorismo di anni precedenti. Sono emersi molti punti di contatto di Gilberto Cavallini e dei Nar con apparati deviati dello Stato. Questa sentenza ne conferma la responsabilità e riteniamo che recepirà questi accertamenti che l’istruttoria ha consentito di fare, che ci mostrano non più dei Nar spontaneisti, ma dei Nar collegati con apparati dello Stato».

Soddisfatti i familiari delle vittime, anche se il verdetto non cancella il dolore per le perdite subite: «La sentenza non cancella gli 85 morti e i 200 feriti, ma rende giustizia a noi familiari delle vittime che abbiamo sempre avuto la costanza di insistere su questi processi», ha commentato la vicepresidente dei familiari delle vittime Anna Pizzirana. Soddisfazione è stata espressa anche dal pm Antonello Gustapane, che con i colleghi Antonella Scandellari ed Enrico Cieri ha sostenuto l’accusa nel processo: «A nome della procura esprimo la piena soddisfazione per la condanna inflitta a Cavallini. E’ un riconoscimento agli sforzi compiuti in questi anni».

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giovedì, 9 Gennaio 2020 - 18:03
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