Non c’è pace per la Caronte & Tourist, la compagnia di navigazione che gestisce i collegamenti veloci via mare tra Villa San Giovanni (Reggio Calabria) e Messina. Dopo l’arresto del presidente della società, Calogero Famiani, e del suo amministratore delegato, Antonio Repaci, nell’ambito di un’inchiesta della procura reggina, arriva adesso il sequestro di tre navi traghetto della Caronte (la Pace, la Caronte e l’Ulisse), nonché il sequestro di denaro, beni mobili e immobili e quote societarie per oltre tre milioni e mezzo di euro complessivi.
Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Erconomico-Finanzaria di Palermo e di Messina nell’ambito di una indagine coordinata dalla procura della città dello Stretto. Indagati i vertici della compagnia: nei loro confronti sono stati ipotizzati i reati di truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture. I mezzi navali sequestrati sono stati affidati da amministratori giudiziari nominati dal gip: è sotto la loro responsabilità che le attività della Caronte proseguiranno da questo momento in poi (il servizio di trasporto marittimo è garantito). La società armatrice è stata affidata ad un custode giudiziario. La procura ha chiesto ed ottenuto dal gip di procedere al sequestro delle navi temendo un aggravamento dei reati.
Secondo l’accusa, le pubbliche erogazione indebite sarebbero state elargite tra il 2016 e il 2019. E l’importo sarebbe stato pari a oltre 3 milioni e mezzo di euro, la cifra per la quale si è proceduto al sequestro (per equivalente). I fondi pubblici vengono elargite in base ad una normativa nazionale e al diritto dell’Unione Europea in tema di aiuto di Stato: per rendere economicamente conveniente il servizio di collegamento di linea, sono previsti contributi a beneficio degli aggiudicatari del servizio, in base a una stima del costo di gestione della tratta, al netto dei ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti. Proprio la costante elargizione di fondi pubblici, ha spinto i pm a chiedere il sequestro delle navi: «Appare fondato e più che mai attuale il pericolo che la libera disponibilità da parte della Ngi Spa – Caronte & Tourist Isole MinoriSpa delle navi traghetto Pace, Caronte e Ulisse, adibite al servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse per il trasporto dei passeggeri, anche a mobilità ridotta, possa ulteriormente aggravare le conseguenze dei reti. Pertanto, allo stato, allo scopo di scongiurare il protrarsi e l’aggravarsi delle condotte accertate e delle loro conseguenze, è assolutamente indispensabile procedere al sequestro dei mezzi navali».
Dalle pieghe dell’inchieste emerge però anche un altro inquietante aspettare: le tre navi sequestrati non sarebbero state neanche a norma. Gli inquirenti hanno riscontrato carenze in materia di sicurezza. «L’attività di trasporto marittimo di passeggeri vede un fisiologico incremento e, con esso, un ineludibile ulteriore aggravamento del rischio, nel periodo estivo – scrivono i pm – Può a buon diritto affermarsi che, stante la situazione di fatto riscontrata, solo per circostanze causali, non si è mai verificato alcun evento spiacevole, quando non autenticamente drammatico, a danno di persone a mobilità ridotta».
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venerdì, 10 Gennaio 2020 - 09:57
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