Favori ai Casalesi nel commercio del latte, 7 arresti: c’è anche l’imprenditore Adolfo Greco, scarcerazione bloccata

L'imprenditore stabiese Adolfo Greco
di Manuela Galletta

Una nuova accusa, una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Che arriva quando un altro provvedimento dell’autorità giudiziaria, stavolta di attenuazione della misura cautelare in carcere, stava per essere messo in esecuzione. L’imprenditore di Castellammare di Stabia Adolfo Greco, sotto processo a Torre Annunziata perché accusato di fare da cerniera tra i boss del circondario stabiese e le vittime delle estorsioni, resta bloccato nel penitenziario di Secondigliano. Stamattina gli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia gli hanno notificato una misura cautelare, spiccata dal gip Rossetti del Tribunale di Napoli, con in calce l’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso per avere favorito i Casalesi.

L’arresto rientra nell’ambito di un’inchiesta sui Casalesi, coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia Maurizio Giordano e Giuseppe Cimmarotta, che stamattina è sfociata nell’arresto di 7 persone, per reati, contestati a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso – per avere fornito un contributo concreto all’associazione di tipo mafioso denominata “clan dei Casalesi”, che negli ultimi anni ha avuto come obiettivo quello di rafforzare l’associazione mafiosa nel perseguimento dei suoi scopi – e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante della matrice camorristica.
A Greco, nello specifico, si contesta l’avere aiutato un’azienda – secondo la procura intestata a un prestanome della camorra – ad inserirsi nel settore della commercializzazione e distribuzione del latte, ottenendo di diventare concessionaria del noto gruppo Parmalat. Gruppo col quale Greco ha lavorato.

L’imprenditore stabiese è infatti specializzato nel settore della commercializzazione e distribuzione del latte, tanto che la sua società è stata concessionaria in esclusiva sul territorio di prodotti gruppo Parmalat e latte Berna. Oltre a Greco, sono finiti in carcere Filippo e Nicola Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria, che hanno gestito la società Euro Milk che si occupava della distribuzione, su tutto il territorio della provincia di Caserta, del latte “Berna-Matese”. 

Per Greco, 68 anni, è una tegola pesante. Appena ieri sera i giudici del Tribunale di Torre Annunziata, dinanzi ai quali l’uomo è imputato per estorsione aggravata dalla matrice camorristica, hanno disposto i domiciliari in una clinica riconoscendo l’incompatibilità delle condizioni di salute dell’uomo con il regime carcerario; il provvedimento sarebbe stato eseguito stamattina. Greco è detenuto in cella dal 5 dicembre del 2018 per effetto dell’inchiesta ‘Olimpo’. La difesa avanzerà quanto prima una richiesta al gip Rossetti, per sollecitare anche su questo nuovo procedimento i domiciliari.

E’ la terza volta, nella sua storia personale, che Greco viene accusato di avere in qualche modo spalleggiato la camorra. Negli anni Ottanta fu raggiunto da un provvedimento di cattura perché affiliato alla Nuova Camorra organizzata di Raffaele Cutolo, poi condannato per favoreggiamento reale per l’intestazione fittizia del Castello Mediceo di Ottaviano, infine riabilitato. Poi è arrivata l’inchiesta ‘Olimpo’ e oggi la nuova pesante contestazione che lega l’imprenditore stabiese al clan dei Casalesi. (Segui gli aggiornamenti: «I pm: così Greco aiutò i nipoti di Zagaria; ai domiciliari due manager Parmalat»)

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mercoledì, 15 Gennaio 2020 - 10:12
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