Napoli, sequestro e chiusura del maxi-centro commerciale cinese: per la procura è abusivo, indagini sui permessi

The New Maxhao

Tra 40 giorni il maxi-centro commerciale cinese sito in via Emanuele Gianturco, nella zona industriale di Napoli chiuderà i battenti. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli. Lo ha deciso recependo le risultanze di un’inchiesta coordinata dalla quinta sezione della procura della Repubblica di Napoli, pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Amato, e condotta dalla polizia municipale che ha evidenziato una speculazione sui permessi a costruire. Questa mattina la polizia municipale ha notificato un provvedimento di sequestro reale del complesso denominato ‘The New Maxhao’, di proprietà della Immobiliare MariaRosaria srl, al cui interno lavoravano 45 diverse società (affittuari dei locali), dedite al commercio all’ingrosso, nonché ad attività di ristorazione e a servizi di pulizia e di sicurezza.

Il provvedimento di sequestro – e il dato è più che rilevante – non implica però la nomina di un amministratore giudiziario che gestisca di fatto il settore ma impone invece la chiusura, e dunque lo smantellamento, del centro. Agli affittuari è stato così concesso un termine di 40 giorni, a partire dall’esecuzione del sequestro, per rimuovere i beni mobili di proprietà.

La decisione è stata assunta alla luce del fatto che – come emerso dalle indagini – quel centro commerciale non avrebbe mai dovuto aprire i battenti. Motivo: vi è stato un «illecito cambio di destinazione d’uso di un’area urbanisticamente destinata ad attrezzature pubbliche, con conseguente stravolgimento dell’assetto del territorio preesistente ed aggravio del carico urbanistico riferito alla ‘zona industriale’ della città, individuata dalla legislazione vigente quale sito di interesse nazionale (‘Napoli Orientale’) in quanto già profondamente segnata da fenomeni di dissesto ambientale», si legge in una nota stampa diffusa dalla procura di Napoli. L’illecito cambio di destinazione d’uso ha poi portato alla relazione di opere abusive. Uno scenario che lascia pensare ad un ampliamento dello spettro delle indagini: è facile immaginare che gli inquirenti focalizzeranno adesso l’attenzione sulla parte burocratica dei permessi, cercando di capire come è stato possibile che nessuno si sia accorto di quell’illecito cambio di destinazione d’uso. Le condotte di edificazione e lottizzazione abusive contestate sono state poste in essere tra gennaio e ottobre 2018.

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venerdì, 17 Gennaio 2020 - 13:38
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