Come l’ha presa Matteo Salvini? Il leader della Lega compare nella notte davanti ai giornalisti per commentare i dati elettorali di Emilia Romagna e Calabria e lo fa non per riconoscere l’onore delle armi al ‘nemico’ ma per riconoscere comunque dei meriti al suo partito e, implicitamente, al lavoro personale fatto soprattutto nella regione emiliana. Quella che voleva espugnare, sottrarre alla egemonia storica dei ‘rossi’ e consegnare nelle mani di Lucia Borgonzoni, la candidata oscurata dalla prepotente campagna mediatica del leader.
«In Emilia Romagna la partita è aperta – ha dichiarato nella notte – ma siamo stati determinanti in Calabria. Avere una partita aperta in Emilia Romagna per me è un’emozione, dopo settant’anni per la prima volta c’è stata una partita».
«Abbraccio Lucia Borgonzoni – dice Matteo Salvini -, che ha subito degli attacchi pesanti, ma chiunque abbia vinto ha meritato perché quando il popolo vota, ha sempre ragione. Grazie a chi oggi ha partecipato e si è fatto carico di un pezzettino di democrazia. Ringrazio Jole Santelli, e in Calabria da domani saremo al lavoro per cambiare le cose».
A sezioni quasi tutte scrutinate, però, si può affermare che quello registrato in Emilia Romagna è un risultato che comunque delude i leghisti che non sono riusciti a dare una spallata al centrosinistra nonostante un battage mediatico imponente. Anzi, certe uscite del capo politico si sono persino trasformate in boomerang, basti pensare ai dati nel quartiere Pilastro di Bologna, quello dell’ormai famigerata ‘citofonata’ al presunto pusher tunisino; qui, la Lega non ha superato il 20% delle ultime regionali, fermandosi a poco più del 19, col Pd che raggiunge il 43%.
Nicola Zingaretti ha commentato entusiasta la mancata vittoria della Lega, quella che avrebbe potuto davvero innescare una conflagrazione nella fragile alleanza di Governo. Tanto rumore per (quasi) nulla, invece. I Democratici tengono, ed il segretario si esalta: «È la prima sconfitta di Salvini, il vento sta cambiando- ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti – Grazie alle Sardine, questa vittoria è nata anche per loro. La mia segreteria ora è più forte ed è più forte anche il partito. Mi hanno accusato di essere subalterno al Movimento Cinque Stelle ma quello che sta succedendo dimostra che non è cosi. Stiamo cambiando gli scenari e riorganizzando le forze. Ormai il bipolarismo è tra noi e la Lega».
Dopo una campagna elettorale infuocata e non senza colpi bassi, dunque, ed una notte di fuoco a suon di sondaggi e percentuali, si traccia un bilancio politico netto. Il Partito democratico regge, sia in Emilia che in Calabria, e Nicola Zingaretti si conferma guida normalizzatrice, rafforzandosi. La Lega non raccoglie il consenso plebiscitario e dirompente che si attendeva, anzi registra una battuta d’arresto, sintomo che la strategia comunicativa di Salvini non riesce a far breccia. Un bipolarismo che ricorda i tempi della guerra politica tra centrosinistra e Berlusconi e annienta, di fatto, i Cinque Stelle. Mentre lo spread, che in alcuni frangenti della storia recente italiana è stato il vero ago della bilancia politica del Paese, ‘esulta’ insieme alle banche.
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lunedì, 27 Gennaio 2020 - 10:51
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