Ras dei Marino confessa e si dissocia: ergastolo evitato per l’omicidio Nocerino, sospesa la responsabilità genitoriale

Il ras Roberto Manganiello

Il pubblico ministero antimafia Maurizio De Marco aveva chiesto di concedere sconti al ras Roberto Manganiello. Aveva chiesto di sorvolare sull’«ammissione degli addebiti» e sulla dichiarazione di dissociazione dal clan Marino pronunciata in aula dall’imputato nell’udienza di novembre, ritenendo in buona sostanza quella di Manganiello una strategia processuale finalizzata a scongiurare il fine pena mai.

Nel primo pomeriggio di oggi il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Caputo della 24esima sezione penale del Tribunale di Napoli ha preso le distanze dalla conclusione del pm e ha condannato Roberto Manganiello, nipote del boss Gennaro Marino, a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Ciro Nocerino, omicidio aggravato dalla matrice camorristica. Il gip, accogliendo le richieste della difesa (rappresentata dagli avvocati Luigi Senese, Carlo Ercolino e Maria Pia Anastasio), ha riconosciuto all’imputato la «concessione delle attenuanti generiche in misura equivalente alla contestata aggravante». Manganiello è stato dichiarato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici nonché interdetto legale per il tempo di espiazione della pena. Inoltre è stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale.

Manganiello è stato riconosciuto colpevole di avere avuto un ruolo centrale nell’omicidio di Ciro Nocerino, che affiliato al clan Marino. Così come ricostruito dai collaboratori di giustizia, Nocerino venne ucciso perché fu ritenuto erroneamente responsabile di un agguato fallito messo a segno poco prima proprio ai danni di Roberto Manganiello. I suoi ‘amici’ gli siedono appuntamento in bar della zona del Monterosa. Quando capì di essere caduto in trappola, Nocerino provò a scappare ma venne inseguito e ammazzato. Per la sua morte sono imputati, ma dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Napoli, Arcangelo Abbinante, Giovanni Esposito ‘o muort e Arcangelo Abete: per la procura a sparare furono Abbinante ed Esposito.

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venerdì, 31 Gennaio 2020 - 18:39
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