Nell’aprile del 2019 spararono 15 colpi di pistola in strada, tra i passanti, per colpire un affiliato al clan rivale. La sparatoria, che si concluse col ferimento del bersaglio, aveva un movente preciso scoprirono poi i carabinieri: la lotta tra due clan per spartirsi lo spaccio di droga a Brusciano e nell’hinterland nolano. Due clan, uno storico ed uno in ascesa, che si facevano la guerra dal 2017, ed i cui presunti capi, Tommaso Rega alias o’Chirichiell e Francesco Palermo, sono stati arrestati in occasione del blitz di questa mattina.
A dieci mesi da quel fallito agguato, i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile e della Compagnia di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di arresti, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimfia, nei confronti dei due presunti capiclan e di un terzo, indagate a vario titolo di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco con l’aggravante, in entrambi i casi, dell’aver voluto favorire la criminalità mafiosa. Ed hanno scoperto anche alcuni elementi ‘particolari’, come il rito del bacio sulle labbra tra affiliati per sancire simbolicamente l’appartenenza allo stesso sodalizio. Scene da film.
I fatti si sono svolti a Brusciano il 14 aprile del 2019; la vittima, un uomo di 33 anni per gli inquirenti contiguo al clan Rega, fu preso di mira da due uomini appartenenti alla fazione camorrista in quel periodo opposta, i Palermo. Luogo dell’agguato era via Falcone e Borsellino, all’interno delle palazzine “ex 219”, luogo tristemente noto perché piazza di spaccio e poco prima del raid teatro di un servizio di Vittorio Brumotti di Striscia la Notizia.
I primi a colpire, secondo la ricostruzione degli inquirenti, furono gli uomini del clan Palermo, poi intervenne un affiliato dei Rega per difendere la vittima che era stata ‘soltanto’ gambizzata. Scene da Far west. A meno di un anno dall’agguato, i tre presunti autori sono stati arrestati questa mattina all’alba dai carabinieri che hanno anche messo sotto sequestro delle armi usate quel 14 aprile.
Dall’indagine della Dda non è peraltro emersa solo la puntuale ricostruzione del conflitto al fuoco, del probabile movente e delle responsabilità ma anche uno spaccato della situazione criminosa nella zona di Brusciano, secondo gli investigatori sottoposta al giogo di due opposti clan, i Rega ed i Palermo, i primi egemoni da tempo nell’area e i cui affiliati, alla moda della ‘vecchia’ camorra, quella raccontata da libri e film, si baciavano sulle labbra per sancire il vincolo di appartenenza all’organizzazione; i secondi in espansione, la cui rivalità nella gestione dello spaccio sarebbe ‘esplosa’ con il raid del 14 aprile.
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venerdì, 31 Gennaio 2020 - 07:54
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