«L’anno più difficile e lacerante per la magistratura italiana». Così il procuratore generale Luigi Riello decide di iniziare il suo discorso di apertura dell’anno giudiziario al Maschio Angioino. Con un rimando alla cosiddetta ‘questione morale’, esplosa anche all’interno della magistratura. Due casi, ricorda Riello, hanno riguardato anche «questo distretto, in cui due magistrati sono stati raggiunti da provvedimenti restrittivi». «Non possiamo consentirci il lusso – continua Riello – di mettere la sordina alla deflagrazione istituzionale che ha investito il Csm ed alle imbarazzanti vicende che hanno interessato e stanno interessando parte della magistratura». Il riferimento è il caso Palamara.
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«Le erbacce vanno decisamente sradicate – ha concluso il procuratore generale, che lancia però un monito – Non è necessario consentire che sulla nave dei salvatori della Patria e della Giustizia salgano soggetti interessati non a spezzare ignobili collusioni, ma a presentare il conto ai magistrati seri. Quel conto lo pagherebbe il Paese».
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sabato, 1 Febbraio 2020 - 11:34
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