Inchiesta sui carabinieri infedeli, il gip scarcera un indagato: «Prescritto il reato di corruzione». Ma è battaglia aperta coi pm

Carabinieri

L’inchiesta sui carabinieri infedeli di Sant’Antimo subisce un primo pesante contraccolpo: il giudice per le indagini preliminari Valentina Gallo del Tribunale di Napoli che ha spiccato i provvedimenti restrittivi ha disposto la scarcerazione del carabiniere Raffaele Martucci, difeso dall’avvocato Ferdinando Verde, e ritenendo che su uno degli episodi più antipatici ricostruiti dalla procura sia intervenuta la prescrizione.

Martucci, al pari di altri due carabinieri (Palmisano e Puzzo), era accusato di rivelazione di segreto istruttorio e corruzione perché, in cambio di notizie riservate al boss Pasquale Puca, avrebbe avuto la possibilità – per intercessione del boss – di acquistare a prezzo di costo un appartamento con tanto di box auto.

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I fatti risalgono al 2010 quando ancora non era in vigore la nuova legge che ha aumentato l’entità della pena per questa fattispecie di reato. Martucci, che era detenuto ai domiciliari, solo per questa contestazione torna dunque libero. Ma la vicenda potrebbe essere tutt’altro che conclusa. La procura aveva infatti contestato a Martucci, così come agli altri carabinieri arrestati, anche l’aggravante della matrice camorristica: il gip Valentina Gallo, nell’esaminare la richiesta, aveva però escluso l’aggravante. Ebbene, avverso questa decisione la procura ha presentato ricorso al Riesame. Se i giudici della Libertà dovessero accogliere il ricorso della procura, scatterebbe un nuovo calcolo dei termini della prescrizione del reato di corruzione e dunque l’accusa ritornerebbe in gioco.

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martedì, 4 Febbraio 2020 - 21:47
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