Se l’esposizione debitoria di Alitalia è aumentata, contribuendo così a determinare il dissesto della società è perché sul piano contabile sono state attestate note che non corrispondevano alla reale situazione patrimoniale: è quanto sostengono i pubblici ministero della Procura di Civitavecchia nell’ambito dell’inchiesta sul crac di Alitalia Sai sancito dalla sentenza del Tribunale di Civitavecchia l’11 maggio del 2017. Nella giornata di oggi sono è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari, atto che fa da prologo alla richiesta di rinvio a giudizio. I destinatari sono la società, indagata in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, e ventuno persone fisiche, nomi di spicco del panorama imprenditoriale italiano: sono vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell’amministrazione di Alitalia.
A rischio processo vi sono: Silvano Cassano (Ad), Marc Cramer Ball (Ad) James Hogan (vicepresidente Cda Alitalia Sai e presidente e Ad di Ethiad), Duncan Naysmith (Cfo), Claudio Rosati (vice presidente financial planning & control e vice presidente financial reporting; attualmente numero uno di Etihad), Claudio Di Cicco (vice presidente financial reporting), Matteo Mancinelli (general counsel), Paolo Merighi (Senior manager financial statements), Luca Cordero di Montezemolo (presidente Cda e Ad), James Rigney (componente Cda), Giovanni Colaninno (componente Cda), Giovanni Bisignani (componente Cda), l’attuale numero uno di Unicredit Jean Pierre Mustier (componente Cda), Paolo Colombo (componente Cda), Antonella Mansi (componente Cda; attualmente vicepresidente di Confindustria), Enrico Laghi (consulente incaricato e amministratore di Midco; fino all’anno scorso commissario dell’ulva e da poco nominato liquidatore di Air Italy), Corrado Gatti (presidente del collegio sindacale), Alessandro Cortesi (componente collegio sindacale), Domenico Falcone (responsabile della revisione legale del bilancio Alitalia Sai per società Deloitte & Touche Spa, Giancarlo Schisano (Chief operation officer – Accountable manager), John Charles Shepley (Chief planning & Strategy officer). Tutte le cariche indicate per ciascun indagati sono riferibili al periodo oggetto di indagine. Silvano Cassano, Cramer Ball e Cordero di Montezemolo, in particolare, hanno guidato la compagnia dal primo gennaio 2015 al 2 maggio 2017.
Le ipotesi di reato, contestate a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza. Tra le contrazioni vi è anche quella – mossa ad alcuni indagati di avere depauperato la società con «esborsi per operazioni estranee a ragionevoli esigenze di impresa». Un esempio: la procura contesta a tre ex amministratori delegati (Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Marc Cramer Ball) e al Cfo Duncan Naysmith di avere utilizzato quasi 600mila euro di Alitalia per catering e cene di gala. I quattro avrebbero “distratto e dissipato” risorse della società per complessivi 597.609 euro: 133.571 «per spese di catering verso la società ‘Relais Le Jardin’» in occasione delle riunioni del Cda, 5.961 per «cene di gala in favore dalla società ‘Casina Valadier’» e 485.077 per organizzare 4 eventi aziendali che, seppur pagati inizialmente da Ethiad, sono poi stati indebitamente addebitati a Alitalia ‘Sai’.
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mercoledì, 12 Febbraio 2020 - 16:48
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