Quella che per loro era una ‘bravata’ è invece un reato e rischia di declinarsi in una condanna. Dieci studenti di un liceo scientifico di Grossetto, per altro con ottimi voti, hanno hackerato il registro elettronico delle assenze di un professore con un virus trojan ma sono stati scoperti e si sono visti notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che annuncia l’intenzione della procura della Repubblica per i Minorenni (inchiesta affidata al pm Filippo Focardi) di chiedere il rinvio a giudizio. I reati contestati a vario titolo sono accesso abusivo a sistemi informatici, falsità materiale in atti pubblici, danneggiamento di archivi dello Stato.
Le indagini sono state avviate nella primavera del 2019 a seguito di una denuncia sporta dal dirigente scolastico. A lavoro la polizia Postale che ha ricostruito l’intera ‘operazione’ di manomissione. Gli studenti, tra i quali una ragazza, hanno preso un file trojan, come quelli usati per le intercettazioni, sul deep web o darkweb cosiddetto, il lato ‘buio’ di Internet dove si svolgono i peggiori traffici illeciti, non solo scambio di virus informatici. Poi hanno approfittato che un docente lasciasse incustodito il pc portatile per introdurre materialmente il virus. Da qui hanno potuto risalire alla password e poi lavorare da casa sulla memoria del computer accedendo al registro di classe.
Dei 10, due risultano in particolare gli abilissimi hacker che hanno agito con tanta perizia. per circa un mese hanno cambiato la griglia delle presenze a scuola eliminando assenze inconfessabili, finché il preside non si è accorto delle anomalie e le ha denunciate. Sono scattate sanzioni disciplinari, alcuni sono andati ai lavori socialmente utili. La Polposta sottolinea che il gruppo, però, non ha sfiorato né pagelle né voti e questo marca una differenza nel loro comportamento. I ragazzi sono stati già sottoposti ad interrogatorio: qualcuno, con responsabilità minori, ha scelto di parlare, altri sono rimasti in silenzio.
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sabato, 15 Febbraio 2020 - 13:43
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