Elezioni regionali in Valle d’Aosta, il territorio ferito dall’infiltrazione della ‘ndrangheta nella cosa pubblica

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Dopo le dimissioni del presidente della Regione Antonio Fosson, rassegnate in seguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto politico, la Valle d’Aosta torna al voto per il rinnovo del Consiglio regionale. Le urne si apriranno il 19 aprile.

Lo ha stabilito il presidente della Regione ad interim, Renzo Testolin, che ha decretato lo scioglimento anticipato dell’Assemblea valdostana e ha indetto le elezioni, fissandone la data di svolgimento entro i 90 giorni successivi alla data del decreto stesso (come prevede lo Statuto speciale della Valle d’Aosta). Non sarà una campagna elettorale semplice, ché la Valle d’Aosta è attraversata dalla profonda ferita della presenza della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale e politico. Appena ieri, lunedì 17 febbraio, la procura ha chiesto condanne fino a 20 anni nell’ambito del processo ‘Geenna’ sulla presenza della ‘ndrangheta in Valle D’Aosta.

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La pena più alta è stata proposta per Bruno Nirta, che secondo gli inquirenti avrebbe svolto ruoli di direzione, promozione e organizzazione locale di ‘ndrangheta di Aosta: nei confronti del 62enne, originario di San Luca (Reggio Calabria), sono stati proposti 20 anni di reclusione. Una richiesta severissima, il massimo possibile alla luce dei reati contestati (associazione mafiosa) e del rito di giudizio scelto. Nirta, soprannominato ‘La Bestia’, è considerato dagli inquirenti referente della cosca Nirta-Scalzone di San Luca.

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Da questa attività di indagine, avviata nel 2014, è poi scaturita quella che ha provocato le dimissioni di Antonio Fosson. L’ex governatore della Regione è indagato per scambio elettorale politico-mafioso dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino in relazione alle Regionali del 2018.

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martedì, 18 Febbraio 2020 - 13:34
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