Imprenditori «in fila» per pagare il pizzo alla cosca dell’Arenella di Palermo. Senza battere ciglio, «tantissimi» si prestavano a pagare il clan senza che servissero nemmeno le minacce. E’ quanto emerge dall’indagine della direzione investigativa antimafia di Palermo che ha portato all’arresto di tre persone, tra i quali i tre fratelli Gaetano, Pietro e Francesco Paolo Scotto.
All’Arenella, dicono gli inquirenti, non serviva minacciare gli imprenditori per ottenere i soldi del pizzo che sarebbe poi stato usato per sostenere i detenuti e le loro famiglie, il contributo veniva versato senza ribellione. Alcune attività commerciali, inoltre, avrebbero fatto recapitare a Gaetano Scotto somme di denaro senza che questi le avesse nemmeno chieste esplicitamente.
Emblematica una delle intercettazioni. E’ il 2016 e Gaetano Scotto viene prelevato dal carcere di Rebibbia dal fratello Francesco Paolo con i due figli, nell’auto, su cui la Dia ha fatto piazzare una cimice – c’è anche il gestore di un’autofficina di Palermo definito dagli inquirenti «totalmente assoggettato al potere degli Scotto, anche perché Gaetano gli aveva garantito protezione».
Leggi anche / Palermo, tra gli arrestati della Dia anche il fratello della vedova di Vito Schifani
O ancora il proprietario di un pub a Palermo che avrebbe recapitato a Scotto regali durante la detenzione ed anche «una busta con denaro rifiutata perché la consegna era avvenuta in presenza di altri». Ma sono diverse le aziende i cui nomi spuntano dalle indagini della Dia, considerate «per Cosa nostra una proficua fonte di guadagno». Scotto, infine, allontanava anche ambulanti che non avevano «l’autorizzazione». E per evitare interventi delle forze dell’ordine aveva cacciato spacciatori e rapinatori.
Leggi anche:
– Decreto intercettazioni, sì del Senato alla fiducia col sostegno di Italia Viva. Pietro Grasso (Leu): «Plauso a Bonafede»
– Tangenti per appalti della Marina Militare, 12 arresti: indagati 2 ufficiali, soldi ed elettrodomestici in cambio di favori
– Via alla demolizione della Vela verde, 40 giorni per abbatterla. Luigi De Magistris: «Scampia batte Gomorra tre a zero»
– Flop sardine in piazza Dante a Napoli, l’organizzatore Martirani espulso: «Strumento nelle mani di poche persone»
– Abbonamenti pirata a pay tv, denunciati 223 clienti in tutta Italia: rischiano sino a 8 anni di carcere e multe salate
– Concorsi e nomine pilotate nella sanità lucana, rinviati a giudizio l’ex governatore Pittella (Pd) e altri 21 imputati
– Uccise la moglie con un colpo di pistola, la Cassazione chiude il processo: ergastolo confermato a Carmine D’Aponte
– Omicidio Bottone, arrestato uomo dei Sequino. Il pentito sopravvissuto: «Ucciso davanti a un ragazzino di 12 anni»
– Napoli, svuotavano i conti di clienti in fin di vita: 2 persone arrestate e 15 indagati
– Napoli, crac pilotato dietro il ‘Gran Bar Riviera’. Il gip: «Schema truffaldino messo in piedi da commercialista e imprenditori»
giovedì, 20 Febbraio 2020 - 13:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA