Coronavirus, ad Ischia ordinanza di divieto di accesso a veneti e lombardi: il prefetto la annulla per illegittimità

Veduta da mare ed aerea dell' isola di Ischia (kontrolab)

E’ intervenuto direttamente il prefetto di Napoli Marco Valentini per annullare l’ordinanza con cui i sindaci dei Comuni di Ischia avevano disposto il divieto di accesso per i cittadini di nazionalità cinese provenienti dalle aree interessate dall’epidemia di Coronavirus e per i residenti delle Regioni Lombardia e Veneto interessate da casi di contagio. Il massimo rappresentante del Governo sul territorio ha disposto l’annullamento« in ragione dei profili di illegittimità rilevati nell’ordinanza» «ingiustificatamente restrittiva nei confronti di una vasta fascia della popolazione nazionale e, non in linea con le misure sinora adottate dal Governo». Inoltre, l’ordinanza è stata adottata sul presupposto di un asserito decreto legge del 22 febbraio 2020, allo stato, non pubblicato e quindi «giuridicamente inesistente».

Il Prefetto ha previsto che le forze dell’ordine dispongano l’identificazione in ambito portuale dei cittadini provenienti dalle Regioni Lombardia e Veneto e diretti all’isola di Ischia per «accertare l’eventuale residenza degli stessi nei Comuni di tali Regioni, già individuati dall’Autorità Sanitaria, nei quali sussiste un cluster di infezione del Coronavirus».

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I sindaci ischitani hanno commentato difendendosi dall’accusa di «allarmismo» e di «razzismo»: «Stiamo cercando di tutelare le nostre comunità – ha affermato il primo cittadino di Ischia Enzo Ferrandino in una intervista a Radio Crc – rispetto ad un rischio che, obiettivamente, c’è, evitando di trasformare l’isola d’Ischia come la nave da crociera lasciata in quarantena. Non stiamo fomentando – aggiunge Ferrandino – nessun allarmismo. Secondo quelli che sono i dati, i focolai sono individuati, prevalentemente, in Lombardia e in Veneto. In quelle zone si sono attuati dei procedimenti restrittivi, come la chiusura di scuole e di università, vietate manifestazione, etc. Nella giornata di ieri, erano diretti dei pullman con più di 100 persone provenienti di da quelle zone. Questo non è un atto di razzismo, ma c’è bisogno, in questa fase di emergenza, di strumenti precauzionali. E’ fondamentale costruire dei cordoni di sanità»

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lunedì, 24 Febbraio 2020 - 09:45
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