Coronavirus, gli avvocati di Nola controcorrente: «L’astensione è inutile». Il Coa scrive a Conte: «Stop udienze»

Domenico Visone
L'avvocato Domenico Visone
di Bianca Bianco

L’astensione dalle udienze non è uno «strumento idoneo» a contenere il contagio da Coronavirus, dal momento che «per l’eventuale ricevimento delle pec di adesione alla astensione, l’avvocato deve portarsi personalmente presso gli uffici al fine di provvedere alla dichiarazione di astensione». L’unico modo per arginare l’epidemia ed evitare nuovi casi tra chi lavora nei Palazzi di Giustizia e negli uffici dei giudici di pace è la sospensione di tutte le attività giudiziarie.

Lo scrivono i componenti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola in un documento inviato, tra gli altri, al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al ministro della Salute Roberto Speranza. Lo ribadisce il presidente del Coa nolano, l’avvocato Domenico Visone: «E’ necessario sospendere le udienze per almeno 20 giorni – afferma Visone-  anche per comprendere come evolve la situazione. E’ una decisione doverosa e speriamo che il ministro Bonafede la prenda entro stasera perché è l’unica cosa sensata da fare».

Il problema, rileva Visone, è che «per quanto si vogliano disciplinare le udienze, le situazioni di contagio sono inevitabili. Basti pensare a quelli già accertati. Immaginiamo quanti contatti possano avere avuto i colleghi o i giudici risultati positivi al virus, a questo punto credo che sospendere sia l’unica misura decisiva, ad eccezione dei processi con detenuti».

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Tra i professionisti contagiati, peraltro, come riportato al primo punto nello stesso documento del Coa per evidenziare l’urgenza delle richieste del Coa, c’è anche un iscritto al Foro di Nola: si tratta di uno dei collaboratori dell’avvocato di Napoli ricoverato per Coronavirus al ritorno da Milano. 

Il presidente Visone, alla luce di questi casi e della veloce evoluzione del problema, insiste: «Abbiamo già dato vita con l’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Nola lo scorso 3 marzo ad un protocollo condiviso ma si tratta di misure (la gestione delle udienze per fasce orarie, la sanificazione dei locali e la limitazione consigliata degli accessi al Tribunale di Nola e presso le sedi degli uffici del giudice di pace, ndr) che potevano andare bene una settimana fa e che in un contesto ampio come il nostro ad oggi sono insufficienti». «Prudenza e cautela – conclude – impongono la sospensione delle udienze non indifferibili» , quella dei «termini processuali» e delle attività di cancelleria «sul modello del periodo feriale», ad eccezione «delle attività urgenti» per le quali gli avvocati di Nola chiedono «la trattazione delle udienze da remoto».

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venerdì, 6 Marzo 2020 - 19:36
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