Coronavirus, brucia il carcere di San Vittore a Milano: il pm tratta coi detenuti. Le urla dal tetto: «Libertà, libertà»

Il carcere di San Vittore a Milano

Brucia il carcere di San Vittore, a Milano. Le fiamme rosso vivo e la colonna di fumo nero denso raccontano di una nuova rivolta dei detenuti. Dall’esterno si sentono urla e il battere incessante contro le grate e i muri. E i rumori sono così forti che sembrano quelli di un cantiere edile a pieno regime.

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Sul tetto una quindicina di detenuti urlano ‘Libertà, libertà’. La situazione è grave. Il procuratore aggiunto Alberto Nobili, responsabile della sezione antiterrorismo della procura di Milano, sta trattando con i detenuti per convincerli a rientrare nelle celle. 

Brucia San Vittore ma è l’inferno in ben 27 penitenziari. Il popolo dei detenuti è in rivolta. In rivolta contro la decisione del Governo di sospendere i colloqui coi familiari. In rivolta per il timore di una forte esposizione al contagio laddove il virus riuscisse ad entrare dall’esterno. Timori che spingono i detenuti a spingere per un provvedimento di amnistia.

Situazione grave anche a Foggia, dove i detenuti hanno appiccato un incendio e rotto finestre. Negli scontri con le forze dell’ordine un detenuto è rimasto ferito alla testa ed è stato portato via in barella. I familiari dei detenuti hanno cercato di fare ragione i detenuti per riportarli alla calma: «Se fate così è peggio, dovete stare tranquilli». (Leggi gli aggiornamenti / I detenuti bruciano San Vittore, Mirabelli (Pd): «No giustificazioni, ma problema serio: scarcerare i definitivi di pochi mesi»)

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lunedì, 9 Marzo 2020 - 12:47
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