Coronavirus, il pasticcio dei negozi chiusi e aperti: Confesercenti chiede chiarezza sulle attività miste

vincenzo schiavo
Vincenzo Schiavo, Confesercenti Campania

Il decreto del Presidente del Consiglio che ha imposto la quarantena all’Italia e la chiusura di molti esercizi commerciali, lascia aperte alcune falle interpretative. Lo segnala la Confesercenti, sia a livello nazionale che locale. Sono diversi i punti del provvedimento da chiarire, come sottolinea Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania: «Comprendiamo che il Governatore stia imponendo restrizioni riguardo anche  il trasporto a casa dei pasti – afferma Schiavo-  In questo modo abbiamo alcune linea guida per capire cosa si può e non si può fare. Tuttavia, come Confesercenti Nazionale ha chiesto al Governo, anche noi chiediamo alla Regione di fare la massima chiarezza sui limiti imposti a livello nazionale e locale».

«Un albergo è chiuso o è aperto? – continua Schiavo – Per le persone che lavorano in albergo, per coloro che hanno genitori in ospedale lontano da casa come si procede? Mica possiamo cacciarli? Ci sono alcuni passaggi che si prestano a interpretazioni diverse. Si facesse luce in questo senso e in generale. Facendo chiarezza – conclude Schiavo-  si può superare questo periodo ed evitare il caos».

Il nuovo decreto – si legge inoltre in una nota di Confesercenti nazionale – lascia spazio a dubbi e interpretazioni su quali imprese debbano restare chiuse e quali invece possano continuare a svolgere normalmente il proprio lavoro. Una situazione caotica che rischia di rendere meno efficace lo shutdown». «Rimangono dubbi da chiarire – prosegue il comunicato – sulle attività delle agenzie di viaggio, sulle imprese di ristorazione non esplicitamente nominate dal decreto, sulle attività ricettive con annesso servizio di ristorazione, come anche per i bar che vendono tabacchi e ancora molti altri casi. È necessario fornire al più presto informazioni puntuali alle imprese e ai cittadini: ne abbiamo bisogno per evitare di infrangere involontariamente divieti o magari di rimanere chiusi per eccesso di prudenza, interrompendo così servizi alla comunità».

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venerdì, 13 Marzo 2020 - 09:22
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