Decreto per i detenuti, l’avvocato Coppola: «Il Governo non ha percezione di ciò che accade nei Tribunali e nelle carceri»

L'avvocato Sabina Coppola, consigliere della Camera penale di Napoli
di Sabina Coppola, avvocato

Come Camera penale di Napoli avevamo chiesto un intervento a tutela della popolazione detenuta attraverso misure che consentissero di sfollare, nel più breve tempo possibile, gli istituti penitenziari.
La rivisitazione della L. 199 del 2010 (prevista dal D.L. 18/2020, all’art. 121), contemplando l’adozione di misure ancora più stringenti, dimostra, purtroppo ancora una volta, che il Governo non ha la reale percezione di ciò che accade nei Tribunali e nelle carceri.

Alcuni Tribunali di Sorveglianza, tra i quali quelli di Napoli e Salerno, fortunatamente si sono subito attivati per limitare il più possibile il sovraffollamento carcerario (luogo di inevitabili assembramenti) ma eravamo tutti in attesa che il nuovo D.L. (arrivato, per i detenuti con 9 lunghissimi giorni di ritardo rispetto al 9 marzo) consentisse alla Magistratura di Sorveglianza di applicare una sorta di automatismo nella scarcerazione di quei soggetti che, per il residuo pena da scontare, per l’età o per le condizioni di salute, fossero più fragili o, comunque, più meritevoli di un regime alternativo alla detenzione.
La scelta del Governo rende la procedura ancora più difficile, finendo in concreto, per limitare la scarcerazione anziché favorirla!

Il detenuto che abbia un residuo pena da scontare tra i sei ed i diciotto mesi dovrà presentare una richiesta di detenzione domiciliare, la Polizia Penitenziaria – in piena pandemia – dovrà verificare la idoneità del domicilio, a quel punto bisognerà fare richiesta di un braccialetto elettronico e forse, quando l’emergenza sarà terminata, il Magistrato di Sorveglianza potrà concedere la misura alternativa.

Non c’è polemica nella mia ricostruzione ma solo forte rabbia e dispiacere nel constatare che chi avrebbe il potere di intervenire a tutela degli ultimi della società, che al momento sono in pericolo di vita stando uno addosso all’altro, non perde occasione per non farlo.
Ed intanto inizia a circolare la notizia dei primi detenuti contagiati: cosa accadrà quando il virus si sarà esteso all’interno degli istituti penitenziari? Vieteremo le scarcerazioni e li lasceremo morire tutti nelle carceri per evitare che ci contagino?

* avvocato e Consigliere
Camera Penale di Napoli

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venerdì, 20 Marzo 2020 - 12:27
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