Coronavirus, Conte cambia ancora: multe fino a 3mila euro e carta bianca alle Regioni. Ai benzinai: «Niente scioperi ora»

Conferenza Conte
Il premier Giuseppe Conte durante la videoconferenza

Il presidente del Consiglio Conte doveva due precisazioni sulla gestione dell’emergenza Coronavirus da parte del Governo. Una sulla scelta di procedere per decreti del presidente del Consiglio, senza mai passare per le Camere; l’altra sul coordinamento con le Regioni che, in materia di misure restrittive, hanno fatto, in qualche caso, ricorso ad ordinanze anche più severe delle disposizioni del Governo.

Questo pomeriggio, Conte ha chiarito questo aspetto in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi ma con giornalisti collegati in video. «Oggi abbiamo tenuto un Consiglio dei ministri – ha spiegato dunque – adotteremo un decreto legge che vuole mettere ordine nella disciplina dei provvedimenti sinora adottati in fase di emergenza». Un iter che è stato attaccato dalle opposizioni parlamentari ma che il premier difende: «All’inizio abbiamo adottato un decreto legge, poi gli ormai famosi Decreti del presidente del Consiglio al fine di adottare misure specifiche che tenessero conto dell’evoluzione dell’epidemia. Il Dpcm è uno strumento flessibile, che ci consente di dosare le misure di contenimento, mitigazione e prevenzione del rischio contagio».

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Con il decreto legge approntato oggi (e al solito anticipato da alcuni organi di informazione con una bozza che Conte definisce «già superata») si vuole anche mettere una toppa all’assenza del dibattito parlamentare: «Vogliamo regolare in modo puntuale e trasparente – dice Conte – anche i rapporti tra Governo e Parlamento. Quindi ogni iniziativa del Governo sarà trasmessa ai presidenti delle Camere, io riferirò ogni 15 giorni al Parlamento sulle misure adottate in modo che i parlamentari possano essere resi edotti delle iniziative dell’esecutivo».

La stessa trasparenza, e lo stesso coordinamento, sinora mancato, il Governo ora lo cerca anche con le Regioni. E qui il riferimento chiaro è ai contrasti con Attilio Fontana, governatore della Lombardia, e alle richieste di Vincenzo De Luca in Campania. Agli enti si concede, di fatto, carta bianca: «Abbiamo regolamentato in modo lineare rapporti tra Governo e Regioni, i presidenti possono adottare entro loro competenze misure restrittive anche più severe ma l’omogeneità la dà il coordinamento del Governo». «Lasciamo alle Regioni – ha poi aggiunto – la possibilità di adottare misure ulteriori nel caso di aggravamento del quadro sanitario sul territorio regionale». Ciò significa che da oggi anche il Governatore della Lombardia Attilio Fontana dovrà assumere qualche decisione e pure qualche responsabilità: se fino a pochi giorni fa ha accusato il Governo di non avere ‘chiuso tutto’ nonostante le sue richieste e solamente sabato scorso ha adottato una prima ordinanza con misure restrittive (in Campania De Luca ne ha fatte molteplici e sempre battendo il Governo sul tempo) salvo poi chiedere a Conte se la sua ordinanza non fosse stata superata dall’ultimo decreto, adesso Fontana avrà le mani libere per agire.

Passando poi al nodo del decreto legge, ovvero cosa cambia in concreto nelle misure sinora adottate, la principale novità riguarda l’introduzione, al posto della sanzione sinora prevista, della multa per chi viola le disposizioni da 400 a 3mila euro. Nel caso in cui la violazione venga compiuta con un veicolo non scatta il fermo amministrativo ma l’aumento di un terzo della sanzione. Un chiarimento è arrivato poi sulla vigenza dello stato di emergenza; il testo del decreto allunga la durata di questa fase al 31 luglio 2020, aspetto che ha allarmato i cittadini, ma Conte spiega: «Abbiamo deliberato il primo provvedimento subito dopo che l’Oms decretò che si trattava di pandemia, stabilendo lo stato di emergenza nazionale della durata di sei mesi. Ecco perché si arriva al 31 luglio ma questo non significa che le misure restrittive resteranno in vigore fino ad allora, anzi speriamo che l’emergenza venga superata ben prima».

Altri i punti toccati nel corso della conferenza stampa: dalle attività essenziali tenute aperte dall’ultimo decreto del 22 marzo, con la conseguente protesta dei sindacati che hanno minacciato lo sciopero, alla serrata annunciata dai benzinai. Sul primo punto Conte ha chiarito che «l’Italia non ha mai affrontato una simile emergenza, è difficile stabilire quali siano attività essenziali, stiamo ragionando con i sindacati e ci saranno degli aggiustamenti. Mi auguro non ci siano scioperi». Così come «mi auguro non ci siano scioperi – dice Conte – da parte dei benzinai (che hanno annunciato la serrata a partire da domani, ndr). Non ce lo possiamo permettere, posso però garantire che non mancherà il rifornimento di alimenti e di carburante. Il ministro alle Infrastrutture De Micheli sta studiando modalità di apertura e chiusura dei distributori per andare incontro alle istanze».

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martedì, 24 Marzo 2020 - 19:14
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