Coronavirus, gli avvocati e le consulenze gratis contro i medici: ‘anatema’ degli Ordini, l’Ucpi a caccia di chi viola le regole

Toghe

Quando la mattina del 14 agosto del 2018 il Ponte Morandi, a Genova, venne giù strappando alla vita 43 persone, sui social comparve l’annuncio spot di un ‘consorzio’ piemontese di professionisti, avvocati inclusi: «Ciao! Facendo seguito al terribile disastro di Genova, XXX con il suo team legale specializzato nella tutela del diritto e risarcimento del danno relativo a disastri naturali, stradali e di lavoro offre a tutti i cittadini un servizio con intervento immediato a tutela delle persone danneggiate e delle vittime», era l’incipit del post, pubblicato mentre i soccorritori scavavano a mani nude per cercare di salvare la vita a chi era rimasto intrappolato sotto le macerie. Poi l’offerta speculativa: «Mettiamo a disposizione delle persone colpite da questa tragedia i nostri professionisti senza anticipare spese o onorari di alcun genere atteso che le stesse verranno addebitate tutte alle compagnie di assicurazioni e/o ai fondi od ai responsabili del disastro. Per le vittime la prestazione è gratuita».

Pochi giorni prima questo stesso ‘modello pubblicitario’ si registrò a Bologna, subito dopo la violenta esplosione in Tangenziale a Bologna, mentre ancora si stavano soccorrendo i feriti e i vigili del fuoco cercavano di spegnere le fiamme: una società che «si occupa principalmente di Sinistri stradali, Incidenti sul lavoro, Malasanità» informava i suoi ‘contatti’ di essere «a disposizione per documentare e richiedere i danni attraverso i suoi legale e medici».

Sono trascorsi due anni da quegli annunci che fecero infuriare soprattutto l’avvocatura e adesso che il Paese conta un pesante bilancio di morti a causa del Coronavirus e il sistema sanitario, oltre a quello economico, è ormai allo stremo, i ‘post pubblicitari della vergogna’ tornano a fare capolino. C’è chi offre consulenza gratuita per valutare eventuali richieste di risarcimento danno da chiedere ai medici, quelli in trincea, quelli che – molto spesso – senza mascherine e senza adeguate protezioni curano i malati di Covid 19 e si ammalano a loro volta. Oltre cinquanta medici sono morti a causa del contagio. Eppure, nonostante l’alto rischio che corrono, i medici sono lì a lavorare, e dal Sud tanti medici volontari stanno partendo per aiutare i colleghi lombardi.

A fronte di questo sacrificio, c’è chi però prova a speculare. Qualche avvocato, sfruttando i social, ha sponsorizzato consulenze gratuite per valutare eventuali cause. Una circostanza che pochi giorni fa è stata denunciata dal presidente dell’Ordine dei medici di Palermo e provincia, Toti Amato e che ha spinto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, a scrivere una lettera-appello al Consiglio nazionale forense. Le parole di Anelli non sono cadute nel vuoto e molti Consiglio dell’ordine forense hanno fatto proprie le doglianze di Anelli, assicurando procedimenti disciplinari per chi, lucrando su questo difficile momento, proverà a farsi pubblicità. Il Consiglio dell’Ordine di Napoli (presidente Antonio Tafuri) e quello di Torre Annunziata sono tra i primi ad essersi mobilitati. Con una delibera di domenica 29 marzo, l’Ordine di Napoli ha stigmatizzato gli episodi deplorevoli parlando «di sedicenti ‘studi legali’ che hanno pubblicizzato, anche in modo massiccio ed evidente, la propria offerta di prestazioni il più delle volte addirittura gratuite fino al conseguimento del ‘risultato’ risarcitorio» e sottolineando che queste campagne pubblicitarie sono «improvvide, inappropriate e denigratorie della società, della correttezza e dello spirito solidale e umanitario che storicamente connotano la classe forse». Sulla stessa scia il Consiglio dell’Ordine di Torre Annunziata, che ricorda come «il fondamentale diritto al risarcimento dei danni ingiustamente subiti da chiunque, che deve essere sempre traguardato attraverso i canoni dei valori etici e deontologici del Professionista, oggi più che mai non può essere oggetto di una capziosa esortazione alla lite».

Ma le censurabili campagne pubblicitarie viaggiano anche su altri binari: c’è chi ha proposto consulenze gratuite per ottenere il rimborso dei biglietti dei viaggi, quando si era nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria e molti paesi esteri hanno iniziato a chiudere le frontiere agli italiani; chi, invece, si è messo a disposizione «totalmente gratis» per rispondere alle ‘domande’ dei cittadini, facendo così aumentare a dismisura i propri contatti quando il codice deontologico dell’avvocatura fa divieto di promozioni scorrette. Tutte prassi sulle quali l’Unione delle Camere penali italiane ha già acceso i riflettori, dando mandato al suo Osservatorio Deontologia di individua le pubblicità ‘scorrette’ allo scopo di aprire un procedimento disciplinare. Tra gli avvocati segnalati dall’Osservatorio vi è anche un legale del Casertano che ha rilasciato numerose interviste nelle quali asseriva che mai avrebbe difeso una delle persone protagoniste degli esodi da Nord a Sud.

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lunedì, 30 Marzo 2020 - 17:07
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