Un cadavere in strada per sei lunghe ore. Coperto da un telo termico, piantonato dai vigili urbani, esposto allo sguardo dei passanti senza che nessuno, in sei lunghe ore, lo prelevasse e portasse in una camera mortuaria. Nel corso del pomeriggio, un via vai di carabinieri e polizia, in un periodo peraltro delicatissimo per l’emergenza Coronavirus. Solo alle 22,30 il corpo è stato prelevato.
E’ accaduto oggi a Nola, il corpo dell’uomo, un cittadino ucraino che lavora in città, è rimasto in strada, nella centralissima via Imbroda, dalle 16 alle 22,30, in attesa del medico legale.
Stando a quanto ricostruito, l’uomo era appena uscito da un supermercato della zona quando si è accasciato al suolo ed è morto. Alcuni residenti hanno notato quanto era appena avvenuto ed hanno chiamato le forze dell’ordine ed i vigili. Sul posto, stando al racconto di chi abita a due passi, si sono succeduti una volante della polizia, una gazzella dei carabinieri ed infine l’auto dei vigili. «Avevano i guanti – racconta chi ha assistito alla scena – ma le condizioni in cui operavano, in un momento così delicato, con il rischio Coronavirus, non erano delle migliori». Il corpo è stato coperto, poi l’arrivo della moglie dell’uomo che ha scostato il telo, comprensibilmente sconvolta, creando un’altra situazione di possibile rischio.
Sono passate sei lunghe ore durante le quali il corpo è rimasto coperto dal telo termico che lo ha ‘protetto’ in attesa del medico legale ma non ne ha protetto sicuramente la dignità. Perché in questa vicenda sono due gli aspetti che colpiscono: da un lato il fatto che si permetta di tenere un cadavere in strada e, non conoscendone le cause della morte, ci sia un via vai di forze dell’ordine e parenti, con grave potenziale rischio; dall’altro se ne calpesta la dignità, lasciandolo in strada, sotto le luci blu di una sirena della Polizia locale, in attesa di un intervento che – forse per l’emergenza in atto anche all’ospedale di Nola, forse per problemi burocratici incomprensibili – è arrivata solo 6 ore dopo.
Allo squallore di questa storia, si aggiunge un dettaglio ancor più scabroso: all’arrivo degli operatori – è ancora un residente a raccontare – il telo che pietosamente copriva il corpo dell’uomo è stato buttato in un cassonetto dell’immondizia.
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lunedì, 30 Marzo 2020 - 22:40
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