Coronavirus, in poche ore stampa in casa visiere in 3d e le dona all’ospedale Moscati di Avellino

giorgio di marzo capozzi
Le visiere stampata in 3d, nel riquadro Giorgio Di Marzo Capozzi
di Bianca Bianco

Servono appena tre ore per stampare in tre dimensioni una visiera protettiva, utile come non mai oggi ai medici ed agli operatori sanitari impegnati ad arginare il contagio da Coronavirus. Dispositivo efficacissimo perché protegge anche gli occhi, la visiera è un bene primario per i sanitari esposti al Covid19 e per questo categoria più a rischio di ogni altra.

A Giorgio Di Marzo Capozzi, specialista in tecnologia dei droni di Avellino ed appassionato di stampanti in 3d, è bastato leggere delle grandi difficoltà di chi oggi lotta nelle corsie soprattutto nel reperire materiale protettivo per avere un’intuizione tanto semplice quanto straordinaria: fabbricarle in casa, quelle essenziali visiere, produrle in pochi giorni e poi donarle ai medici avellinesi.

La strumentazione base l’aveva già in casa, una stampante di medie dimensioni ed un software messo di recente in libera circolazione sul web proprio per aiutare la Sanità mondiale nella pandemia. Altro materiale, come il Pvc di cui è fatta la visiera, lo ha ordinato ad un’azienda del Nord e così con pochi euro sta riuscendo a far materializzare queste attrezzature direttamente in casa sua. Un prodigio tecnologico che sarà di grande aiuto.

«Ho aderito- spiega Giorgio – ad un progetto internazionale promosso da Prusa, azienda americana che produce stampanti 3d, che ha messo a disposizione di tutti un file per stampare le visiere. Un file gratuito e libero in Rete con cui i makers potranno mettersi a disposizione per produrle. Una volta scaricato il file, ho ordinato la plastica che costa davvero poco. So che gli ospedali hanno carenza di questi strumenti di protezione e ho pensato di darmi da fare».

Il procedimento è semplice: una volta acquistate tutte le componenti necessarie (dal Pvc agli elastici), si dà il file ‘in pasto’ alla stampante ed in tre ore e mezzo per una macchina piccola, un’ora per una più professionale, si ottiene il prodotto. «Col materiale che avevo in casa già ne ho stampate diverse – dice Giorgio – Ora attendo quanto ho ordinato. I costi sono bassi, una bobina di un chilogrammo si paga dai 28 ad i 30 euro e con questa si stampa davvero tanto. Una stampante costa anche 180 euro».

Prezzi abbordabili se comparati con l’utilità di quanto si va a far materializzare: un ospedale che si attrezzasse di una grossa stampante 3d e di una fornitura importante potrebbe addirittura avviare lo stampaggio in autonomia, così abbattendo i costi per le forniture esterne. Nell’attesa che una simile rivoluzione si affacci nella Sanità nazionale, ci pensano persone come Giorgio a sopperire alle carenze: «Ho alcuni amici medici – spiega – quando ho letto del progetto ho pensato subito a loro. E’un’iniziativa che nasce dal cuore e dal rispetto per i sanitari italiani e il loro grande sacrificio. Spero che altri amatori come me si uniscano a questo progetto».

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martedì, 31 Marzo 2020 - 10:05
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