Coronavirus in Campania: +222 contagi. Scoppia il caso delle uova di Pasqua: store aperti nonostante il no della Regione


Sono 221 le persone risultate positive al Covid-19 in Campania nella giornata di ieri: il totale delle persone contagiate è di 2677. Le vittime salgono a 167. Nella giornata di ieri sono stati dati gli esiti di 1833 tamponi, dall’inizio dell’epidemia in Campania i test effettuati sono stati 19237. La situazione più grave è quella che si registra nella provincia di Napoli con un numero complessivo di contagiati salito a 542. La curva dei casi, dunque, continua a seguire il trend indicato dal comitato tecnico scientifico ragionale ottenuto utilizzando l’algoritmo ideato dall’infettivologo Alessandro Parrella dell’ospedale Cardarelli. Il picco, come noto, è atteso entro domenica con 3000/3500 contagi.

Le uova di cioccolato
Nel frattempo ‘scoppia’ il caso delle uova di cioccolato. Con l’avvicinarsi del periodo pasquale fioccano, soprattutto sul web, i messaggi di rivendite di dolci di Pasqua che riaprono i loro negozi per consentire alla clientela di acquistarli o che effettuano consegne a domicilio. Sul punto la Regione Campania è categorica: «Giungono segnalazioni sempre più frequenti di attività commerciali esercitate in violazione delle ordinanze regionali vigenti – si legge in una nota diramata da palazzo Santa Lucia –  Si raccomandano pertanto controlli rigorosi anche da parte delle Polizie Municipali, in relazione, soprattutto in questo periodo, alla produzione e consegna domiciliare di prodotti dolciari, senza peraltro il rispetto delle norme igienico sanitarie in una attività già vietata da ordinanza nazionale».

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Insomma, in Campania non si potrebbe acquistare direttamente né ricevere a casa uova di cioccolato in negozi dedicati e laboratori artigianali che dovrebbero essere chiusi. Eppure, basta fare una ricerca sui vari social, sono diverse (non solo in Campania) le attività che hanno deciso di riaprire gli store proprio in concomitanza con l’arrivo delle festività o di attivare le consegne a domicilio. Sul punto, infatti, esiste una certa confusione. Stando infatti al decreto della presidenza del consiglio che ha imposto la sospensione delle attività non essenziali tenendo aperte quelle che producono beni ‘di prima necessità’, tra queste ultime ci sono le industrie alimentari, indicate in maniera molto generica.

Una delle pubblicità comparse on line

Alcuni produttori di uova di cioccolato e colombe si appellano dunque al fatto che il loro codice Ateco, che identifica il tipo di produzione, è quello di questo tipo di aziende perché hanno una produzione non artigianale (non c’è laboratorio) ma industriale. Rispetto alle aperture degli store, c’è chi lo riapre perché, al pari di una rivendita di caffè e coloniali, secondo l’interpretazione data al Dpcm, possono tenere aperto. Stesso discorso fanno per la consegna a domicilio.

Una discrepanza tra normativa nazionale e ordinanza regionale che lascia spazio alle interpretazioni, utilizzate dai produttori (tra questi grandi nomi della pasticceria napoletana e campana) per riaprire in occasione delle festività. De Luca vieta tout court, senza possibilità di produzione e consegna di prodotti dolciari (uova, colombe, pastiere); i produttori richiamano il Dpcm dell’11 marzo ritenendo di rientrare nelle categorie ‘essenziali’. Un vero e proprio pasticcio pasquale.

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venerdì, 3 Aprile 2020 - 08:24
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