Coronavirus, in Campania si ammalano più giovani rispetto alla media nazionale. De Luca: «Colpa dell’esodo dal Nord»

Coronavirus
(foto Kontrolab)

C’è un dato nuovo che emerge dall’analisi del dato campano dei contagi da Covid 19. Un dato finora emerso poco: nella Regione c’è un’incidenza più alta di giovani affetti dal virus rispetto alla media nazionale. Un aspetto significativo, le statistiche complessive in Italia indicano gli anziani tra le categorie più esposte; un aspetto che il governatore Vincenzo De Luca riconduce all’ormai tristemente famoso esodo dal Nord di migliaia di persone residenti al Nord e scappate dalla zona rossa nella lunga notte delle anticipazioni del decreto che chiudeva la Lombardia. La Campania, insomma, paga caro quella ‘svista’ anche in questi termini.

A parte questa importante parentesi, resta la realtà di una curva dei contagi che rallenta al Nord, cresce al Sud «come prevedibile» e come previsto anche dall’algoritmo approntato dall’infettivologo Alessandro Parrella del Cardarelli: solo ieri 221 contagi in più, in tutto ne sono 2677, a fronte di un numero di tamponi raddoppiato un appena 4 giorni (da oltre novemila a quasi ventimila). In 24 ore, ieri, ne sono stati effettuato 1833. Dato positivo è che non si registra un aumento dei decessi ma, sottolinea con insistenza De Luca, la situazione resterà sotto controllo solo se i cittadini rimarranno responsabili.

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Gli irresponsabili
Ed è proprio l’irresponsabilità il tema che il presidente regionale affronta nel corso di questa come fatto in altre dirette per ricondurre i cittadini al buon senso. Un buon senso che negli ultimi giorni sembra smarrito se si percepisce una «generale rilassatezza» forse, suggerisce De Luca, causata anche da recenti interventi del Viminale. Su questo punto, il governatore torna a puntare il dito contro il Ministero dell’Interno ed il capo di gabinetto Matteo Piantedosi autore della circolare che ‘permetteva’ jogging e passeggiate sotto casa coi bambini.

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«Abbiamo avuto qualche problema con Viminale sulle passeggiate con bambini – dice De Luca –  abbiamo contrastato con forza questa ipotesi, poi rientrata con dichiarazioni Conte. Vorremmo richiamare tutti a valutare le conseguenze di quello che dicono: se passeggi col bambino, chi controlla che resti sotto casa? Chi controlla che in un quartiere non scendano 500 genitori creando assembramento di massa? Chi controlla che venga rispettata la distanza di un metro?». Queste, continua «sono cose che hanno conseguenze pesanti. Non dobbiamo consultare psicologi per capire che la situazione è pesante per tutti ed anche per bimbi ma la priorità è la vita delle persone. Più siamo rigorosi per un periodo breve, più usciamo da questo calvario. Più siamo disinvolti più il calvario dura mesi e mesi ed i bambini saranno costretti a restare in casa a giugno e luglio. E noi vogliamo evitarlo».

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E’ la «disinvoltura» dei campani nel rispetto delle misure di contenimento che Vincenzo De Luca vuole con tutte le forze evitare tornando sul tema di quelle realtà dell’area metropolitana di Napoli (Sant’Anastasia, Torre del Greco, Afragola, Casoria) per le quali ha chiesto l’invio di altri 300 soldati. «In giro c’è una disinvoltura che fa paura – afferma- ancora oggi. Ho chiesto al prefetto intervento di fermezza in questi Comuni per non correre il rischio di nuovi focolai». Ma nel complesso, assicura, «il dato campano è assolutamente in linea con le previsioni dell’algoritmo, se non avessimo avute le due zone rosse (Ariano e Vallo di Diano ndr) oltre che alcuni risultati pesanti nelle residenze sanitarie per anziani private saremmo molto al di sotto di questi dati ma nonostante tutto siamo in media con le previsioni dell’algoritmo».

I miracoli
Nonostante comunque un problema sanitario da governare anche a colpi di restrizioni e reprimende, dice Vincenzo De Luca, la Sanità campana «ha fatto dei miracoli» aumentando i posti di terapia intensiva, aumentando i posti letto ordinari grazie agli accordi con cliniche private e istituti religiosi (3600 posti in più) ed assicurando una situazione di «assoluta tranquillità» che, ripete ancora una volta, impedirà alla Campania di ritrovarsi nella situazione di Brescia, Bergamo, Piacenza. E questo, attacca ancora una volta, nonostante gli assoluti ritardi nelle forniture: «Abbiamo chiesto 420 ventilatori polmonari ripete – ne sono arrivati 36 dalla Protezione civile e 5 da donazioni. Abbiamo chiesto 5mila caschi, ne abbiamo avuti zero. Per i tamponi dobbiamo premere ogni mattina, con le mascherine, grazie ad una fornitura regionale, siamo abbastanza tranquilli. Lavoriamo ogni giorno per trovare aziende che producano ventilatori ma i flussometri, pezzi fondamentali per misurare la quantità di ossigeno, non si trovano. Infine abbiamo acquistato un milione di kit rapidi dalla Cina».

«Lo Stato – conclude De Luca – aveva un impegno ed era quello di garantire flusso permanente, continuo, adeguato, programmato nel trasferimento di forniture ai territori. Ebbene Tutte le forniture da Consip sono saltate e ancora oggi noi dobbiamo fare la guerra per mascherine e dispositivi di protezione per il personale sanitario».

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venerdì, 3 Aprile 2020 - 16:54
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