Coronavirus, vicesindaco va a correre in barba ai divieti: costretto a dimettersi. L’opposizione: «Via anche dal Consiglio»


Sui social richiamava i concittadini indisciplinati al rispetto delle regole e nel frattempo era il suo vice a dare il cattivo esempio. A Caldarola, un piccolo comune di 1700 abitanti in provincia di Macerata (Marche) che ad oggi non ha alcun contagiato, è scoppiato il caso politico. Giovanni Ciarlantini, vicesindaco, ha dovuto lasciare l’incarico, e ora rischia pure di dovere lasciare la carica di consigliere comunale, perché in barba ai divieti imposti nella notta alla diffusione del contagio da Coronavirus si è concesso una una ‘corsetta’ da 30 km in montagna e quindi molto lontano dalle “vicinanze di casa” delle regole della limitazione dei movimenti e del distanziamento sociale.

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Il ‘fattaccio’ è emerso perché Ciarlantini, carabiniere in pensione, è stato scoperto durante un controllo da parte delle forze dell’ordine, che puntualmente lo hanno multato per 560 euro senza fare favoritismi. Così, nella giornata di ieri (2 aprile), il sindaco Luca Maria Giuseppetti ha dato il benservito al suo vice Giovanni Ciarlantini, chiedendogli di rassegnare le dimissioni. Circa 48 ore prima Giuseppetti si era rivolto ai caldarolesi via social con un discorso in stile De Luca: «Vedo troppa gente in giro, c’è gente che va al supermercato anche due volte al giorno. Mi sono rotto le p…dovete stare a casa – aveva scandito più volte – Non vi è bastato vedere i camion dell’esercito che portavano via le bare perché non c’era più posto nei cimiteri?».

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A tradire Ciarlantini non sarebbe stata solo la multa, ma una app che conta i km e registra il percorso, pubblicando i dati su Facebook, dove sono stati visti da occhi indiscreti. «Ho dovuto convocare il vice sindaco per telefono, chiedergli se era vero – ha raccontato Giuseppetti all’Ansa -, mi ha spiegato che lui è un allenatore di calcio e doveva tenersi in movimento, ‘sono partito alle 5, sono andato in montagna, non c’era nessuno…’. Gli ho chiesto se aveva già preparato la lettera di dimissioni e lui me l’ha portata. Mi dispiace, ma non si può transigere con tutto quello che sta succedendo. Ho seguito la mia coscienza, ho fatto quello che ritengo sia il mio dovere» Subito dopo la consegna delle dimissioni, il sindaco ha convocato la maggioranza e ha proceduto alla nomina di Giorgio di Tomassi vicesindaco e Teresa Minucci, assessore. Ciarlantini, che aveva anche la delega allo sport, in un nota si è detto dispiaciuto dell’«incresciosa situazione» e ha chiesto scusa alla cittadinanza.

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Ma nonostante il pugno duro del sindaco, la bufera politica su Ciarlantini non è ancora passata. Il gruppo di minoranza, “Il Futuro per Caldarola”, ha infatti chiesto le dimissioni dell’ormai ex vicesindaco anche dal ruolo di consigliere comunale, ritenendo non sufficiente la sua immediata e già formalizzata rinuncia agli incarichi di Giunta.

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venerdì, 3 Aprile 2020 - 12:12
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