Coronavirus, app anti-contagi per tracciare i positivi: short list di proposte, si valuta la sperimentazione in Lombardia

coronavirus
di Roberta Miele

La tecnologia può difenderci dal Coronavirus. È su questo assunto che attorno al tavolo del ministero dell’Innovazione la task force di 74 esperti ha quasi terminato la scrematura delle 319 proposte di tracciamento anti-contagio arrivate nei giorni scorsi negli uffici del Mit. I lavori sono ormai agli sgoccioli, a stretto giro sulla scrivania del ministro Paola Pisano ci sarà una shortlist con le idee selezionate. Ma sarà il Governo tutto a decretare il sistema da utilizzare nella fase di graduale ripresa dalle restrizioni.

I data manager, scelti tra le più importanti università d’Italia per ‘Innova Italia’ – questo è il nome dell’iniziativa – sono coordinati Walter Ricciardi (consulente del ministero della Salute e membro Oms), Paolo De Rosa (responsabile tecnologico del Mit) e Fidelia Cascini (Università Cattolica). Alle proposte per il tracciamento se ne sono aggiunte altre 504 relative alla telemedicina, cioè l’assistenza sanitaria a domicilio e a distanza.

Leggi anche / Sulle mascherine l’ennesimo pasticcio della Lombardia: le rende obbligatorie ma non sono ancora disponibili

Il fulcro della ‘call’ resta però il sistema di tracciamento che, attraverso il controllo, l’isolamento e la segnalazione dei positivi, permetterà ai cittadini italiani di muoversi con maggiore sicurezza e tranquillità. Pionieri nell’utilizzo dei ‘data’ contro il Covid19 sono stati i paesi asiatici come Corea del Sud, Cina e Singapore. In Corea, in particolare, il monitoraggio non si è fermato al trattamento di dati in formato aggregato, dunque anonimo, ma si è spinto alla pubblicazione dei movimenti dei contagiati negli ultimi giorni, rendendo individuabili e riconoscibili i soggetti coinvolti, talvolta finendo per esporli ad una vera e propria gogna mediatica. Ma in Asia, come noto, il controllo delle persone è molto più pervasivo anche in tempi di ‘pace’.

Leggi anche / Coronavirus, via al decreto liquidità: prestiti alle imprese e scudo dello Stato per le aziende italiane. Ecco le novità

In Italia, come in Europa, la situazione è ben diversa. La privacy rappresenta un diritto fondamentale indiscutibile che può essere compresso solo in via eccezionale e temporanea. Il Garante Antonello Soro, disponibile ad un confronto sull’utilizzo dei dati sensibili, ha chiesto che si tratteggi un preciso percorso di tutele e controlli, che eviti l’annientamento della riservatezza. E di questo si stanno occupando gli esperti del Mit che, divisi in gruppi, si interessano di sistematizzazione della raccolta dati, di un focus sull’impatto economico e sociale, della tele assistenza medica e delle tecnologie digitali per la gestione e il governo dell’emergenza, di Big Data e Intelligenza Artificiale in supporto ai decisori politici e, infine, ai profili giuridici dell’utilizzo dei dati. Prova a scacciare le perplessità il ministro Pisano che fa sapere: «L’attenzione alla cybersicurezza è massima». Quello del Mit, qualora andasse in porto, potrebbe anche essere un tentativo di uniformare i sistemi di tracciamento ormai già sdoganati in alcune regioni dello Stivale, come Sardegna, Marche, Umbria e, soprattutto, Lombardia. Il Pirellone ha lanciato l’app “AllertaLom”, che si prefigge di tracciare una fotografia del rischio di contagio nel territorio regionale. Il tutto in maniera anonima in quanto «non vengono inseriti nome e cognome»: garantisce il vicepresidente Fabrizio Sala.

E sempre in Lombardia potrebbe essere testata l’app che verrà fuori dalla task force ministeriale, prima dell’uso su scala nazionale. È ormai evidente che l’uso delle tecnologie per la gestione dell’emergenza è in una fase di irrefrenabile espansione. L’Europa ha già suonato il campanello d’allarme. «Il rispetto per la privacy deve restare al centro»: è il monito lanciato ai governi. «Non escludiamo a priori l’utilizzo delle app nazionali, ma il rispetto della privacy deve restare al centro», ha avvisato il commissario europeo Thierry Breton. E a tal fine 130 scienziati ed esperti europei da otto paesi (tra cui l’Italia) hanno dato vita ad un’iniziativa congiunta per sostenere l’utilizzo delle app nella lotta contro il coronavirus, ma nel rispetto delle norme del Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati).

Leggi anche:
– Coronarivus, a Castellammare muore medico di base. L’ultimo appello dall’ospedale: «Non uscite, è bruttissimo»
– Professore ucciso con 23 coltellate, svolta nelle indagini: arrestato un suo dipendente
– Cura Italia, 2,45 milioni di domande presentate all’Inps: più di 5 milioni i beneficiari
– Coronavirus, vicesindaco va a correre in barba ai divieti: costretto a dimettersi. L’opposizione: «Via anche dal Consiglio»

lunedì, 6 Aprile 2020 - 12:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA