Appena 880 nuovi casi di contagio in 24 ore. Non accadeva dal 10 marzo scorso, giorno in cui l’Italia ha dovuto iniziare a fare seriamente i conti con un’epidemia esplosa all’improvviso. Angelo Borrelli, il capo della Protezione civile, sottolinea con positività il dato dell’andamento dei contagi. Rispetto a ieri, la curva è letteralmente precipitata: basti pensare che il penultimo dato fornito dalla Protezione civile era di 2972 nuovi contagi.
Ma se il bilancio fa tirare un sospiro di sollievo, a riportare le persone coi piedi per terra ci pensa il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità Giovanni Rezza che invita a non abbandonarsi a facili entusiasmi: «Si inizia a vedere diminuzione dei nuovi casi. Dopo una fase di plateau, sembra esserci discesa dei numeri di nuovi casi. Questo virus, a prescindere della diminuzione, resterà nella popolazione: non è che arriviamo a zero tra una settimana o un mese e allora tana liberi tutti. Bisognerà ingaggiare una dura lotta. Bisognerà continuare a mantenere rigorosamente tutte le misure di distanziamento sociale, perché ogni abbassamento della guardia può significar una ripresa della circolazione del virus». Poi avverte: «Siamo cauti: aspettiamo domani e dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo».
Se il dato dei nuovi contagi sembra dare segnali incoraggianti, è però il numero delle vittime a preoccupare: la curva continua ad essere ballerina, alzandosi e abbassandosi di giorno in giorno. Se ieri si sono registrati 525 casi – il numero più basso dal 16 marzo, oggi il dato è tornato a salire, facendo registrare 604 nuovi deceduti.
Continuano, invece, a liberarsi i posti nelle terapie intensive e nei reparti degli ospedali, circostanza dalla quale dipende la possibilità di avviare la ‘fase 2’: «Vi è stato un decremento di 106 pazienti in terapia intensiva», dice Borrelli. La circostanza di avere ospedali liberi consentirà di fare fronte ad eventuali picchi di nuovi contagi. Sulla necessità di avere una sanità più pronta in questa ‘fase 2’ insiste anche Rezza: «Quando e come comincerà la ‘fase 2’ non spetta a me dirlo, sono aspetti che competono alla politica. Ma posso dire che bisognerà essere tempestivi laddove nascesse un focolaio. Ecco perché sarà prioritario rafforzare la medicina a livello di dipartimento di prevenzione. Bisogna individuare subito i casi e isolarli: la diagnosi tempestiva e l’isolamento sono tappe fondamentali per contere il contagio». E un occhio di riguardo dovrà andare alle residenze sanitarie per anziani, dove, ammette Rezza, ci sono state vittime per Coronavirus non ‘registrate’: «Il numero è sicuramente sottostimato, perché purtroppo non è stato fatto il tampone».
I nuovi contagi per singola regione
Dai dati della Protezione civile emerge che sono 28.343 i malati in Lombardia (126 in meno in più rispetto a ieri), 13.048 in Emilia-Romagna (-3), 9.965 in Veneto (+243), 10.704 in Piemonte (+159), 3.738 nelle Marche (+32), 5.427 in Toscana (+126), 3.212 in Liguria (+35), 3.365 nel Lazio (+65), 2.765 in Campania (+67), 1.379 in Friuli Venezia Giulia (-17), 1.890 in Trentino (+52), 1.301 in provincia di Bolzano (+41), 2.137 in Puglia (+22), 1.859 in Sicilia (+44), 1.491 in Abruzzo (+66), 846 in Umbria (-26), 593 in Valle d’Aosta (+26), 821 in Sardegna (+2), 733 in Calabria (+11), 185 in Molise (-2), 265 in Basilicata (+3). Quanto alle vittime, se ne registrano 9.484 in Lombardia (+282), 2.180 in Emilia-Romagna (+72), 695 in Veneto (+33), 1.319 in Piemonte (+68), 630 nelle Marche (+18), 369 in Toscana (+19), 620 in Liguria (+25), 216 in Campania (+12), 238 nel Lazio (+9), 164 in Friuli Venezia Giulia (+6), 209 in Puglia (+14), 174 in provincia di Bolzano (+10), 125 in Sicilia (+2), 172 in Abruzzo (+3), 49 in Umbria (+5), 100 in Valle d’Aosta (+4), 244 in Trentino (+14), 60 in Calabria (+2), 52 in Sardegna (+5), 13 in Molise (+0), 14 in Basilicata (+1). I tamponi complessivi sono 755.445, dei quali oltre 388mila in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
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martedì, 7 Aprile 2020 - 18:45
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