Coronavirus, boom di poveri. Caritas: «In due mesi richieste aumentate del 114%»


Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus sono più che raddoppiati i numeri di chi non riesce a mettere il piatto a tavola. Il dato è emerso da una prima rilevazione condotta a livello nazionale su 70 Caritas diocesane, un terzo del totale. In particolare, rispetto al periodo pre-covid è stato registrato un aumento del 114% delle persone che si rivolgono a Centri di ascolto e ai servizi Caritas. E per questo don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana,  ha lanciato un appello: «Non siano i poveri, gli ultimi, gli emarginati e gli indifesi a pagare il prezzo più alto della crisi».

Tra le richieste cibo, mascherine e gel (di cui già ne sono stati distribuiti 40mila), soldi per pagare le bollette ed anche device per permettere ai figli di seguire le lezioni a distanza. Alla base della crescita dei casi, stando al sondaggio, problemi di natura occupazionale o comunque di lavoro ed economica. Il 75,7% di esse segnala anche un incremento dei problemi familiari, il 62,8% di quelli d’istruzione, il 60% di salute, anche in termini di disagio psicologico e psichico, e in termini abitativi. Vengono poi indicati anche nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudine, relazionali, anche con risvolti conflittuali, ansie e paure, disorientamento e disinformazione.

Sono aumentate anche le richieste di beni e servizi materiali, soprattutto di cibo e beni di prima necessità, con la distribuzione di pasti d’asporto o a domicilio. Molte le richieste di supporto per il pagamento di spesa, bollette, affitti e sostegno socio-assistenziale. Infine, sono aumentate anche le domande per l’assistenza all’eccesso a misure di sostegno, anzitutto pubbliche, messe in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, di aiuto nella compilazione di queste domande.

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venerdì, 24 Aprile 2020 - 21:06
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