Lockdown fino a giugno per parrucchieri ed estetiste, a rischio 50mila attività. L’allarme delle associazioni di settore


Al 99%, a meno che nelle prossime settimane non si assista ad un’evoluzione positiva dei contagi, barbieri, parrucchieri ed estetiste riapriranno solo il primo giugno. Peraltro di lunedì, quando i saloni per parrucchieri sono chiusi, ed il giorno prima della festa nazionale del 2 giugno. Una notizia che ha sconcertato i consumatori, privati di un servizio importante per la persona, e agitato il settore. Il provvedimento, che peraltro riguarda anche altri settori a rischio come palestre e piscine, è stato annunciato ieri dal premier Conte e preso d’accordo con Regioni e Province. A indurre il Governo ad uno stop così prolungato è il fatto che si tratti di attività e servizi che richiedono un contatto troppo ravvicinato tra lavoratore e cliente, ma il blocco fino al mese prossimo produrrà inevitabili conseguenze economiche su un settore già provato e sull’indotto costituito soprattutto da chi commercia all’ingrosso prodotti per l’estetica.

«Insostenibili conseguenze su un settore economico grande e frammentato, costituito in gran parte da piccole imprese già in ginocchio – scrive infatti in una nota l’associazione di categoria Cosmetica Italia, che sottolinea come il lockdown per questi lavoratori inciderà sulle vite di quasi 300.000 famiglie italiane, per 90 giorni senza una fonte di reddito e senza alcuna misura di sostegno efficace.

«Come produttori di cosmetici siamo preoccupati per una decisione che avrà impatti sia sul canale distributivo di acconciatori e centri estetici sia sulla filiera produttiva, con inevitabili ricadute occupazionali. Il settore è certamente in grado di darsi ulteriori regole igienico-sanitarie rigorose, a completamento di quelle efficaci già normalmente applicate, per una ripresa rapida che coniughi attenzione alla salute e alla sicurezza degli operatori e dei clienti, richiesta di benessere dei cittadini e riduzione degli impatti sociali. Dobbiamo purtroppo considerare che nessun tavolo è stato aperto per la definizione di un protocollo sanitario condiviso finalizzato alla ripresa in sicurezza di queste attività. Confidiamo però che sia ancora possibile un ripensamento del governo ed una ridefinizione delle regole a sostegno della categoria –  commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia. A rischio chiusura sono almeno 50mila negozi, con ricaduta per 100mila addetti.

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lunedì, 27 Aprile 2020 - 11:12
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