Camorra, estorsioni ad imprenditori: due arresti nel clan Puca. Ordinanza per il figlio di Pasquale ‘o minorenne

Carabinieri

Estorsioni nei confronti di due imprenditori, due arresti nel clan Puca, sodalizio di camorra attivo nella zona di Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha riguardato Giuseppe Gallucci, 53enne ritenuto dagli inquirenti contiguo all’organizzazione criminale, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose ai danni di un imprenditore edile dell’agro aversano, vincitore di un appalto pubblico per i lavori di ristrutturazione delle palazzine popolari di via Garibaldi a Grumo Nevano.

L’uomo, nel febbraio scorso, si era presentato nel cantiere chiedendo da dove arrivasse la società ed avuta risposta che si trattava di una impresa di ‘fuori’ aveva intimato, ripetutamente, al titolare di recarsi «dagli amici di Sant’Antimo» al fine di ‘regolarizzare’ la sua posizione su quel territorio. L’imprenditore si era però immediatamente rivolto ai militari, denunciando l’accaduto, facendo così avviare le indagini che hanno delineato il quadro probatorio che è stato avvalorato dal giudice per le indagini preliminari.

L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Giugliano che, in una seconda operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, nei confronti di Luigi Puca, 25enne, figlio di Pasquale detto “o’ Minorenne”, attualmente detenuto, e per gli inquirenti capo dello storico ed omonimo clan operante a Sant’Antimo e comuni limitrofi.

Puca per i pm avrebbe, insieme all’imprenditore edile Giuseppe D’Aponte, estorto denaro ad un imprenditore della zona che ha poi denunciato l’accaduto. L’imprenditore, trovandosi in difficoltà economiche gravi, ha chiesto un prestito di 11mila euro, restituendone poi, sotto le minacce, 50mila in assegni e cambiali. Stando alle indagini, la vittima aveva concesso a D’Aponte di far transitare dei pagamenti sul suo conto corrente, a causa di alcune spese improvvise a cui aveva dovuto fare fronte, aveva preso a prestito tale somma per la quale tuttavia, dopo alcuni giorni, D’Aponte, riferendo che quelli fossero soldi della famiglia Puca, aveva preteso la restituzione per un importo di molto superiore alla cifra originaria. D’Aponte era già stato tratto in arresto in flagranza nel marzo scorso; Puca è stato arrestato questa mattina.

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giovedì, 30 Aprile 2020 - 07:21
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