Silvia Romano ascoltata dai pm di Roma: «Trattata sempre bene, la conversione alla religione islamica è stata spontanea»

silvia romano
Silvia Romano subito dopo l'arrivo in Italia in uno scatto pubblicato sulla pagina facebook di Luigi Di Maio

E’ scesa dalla scaletta dell’aereo atterrato a Ciampino che l’ha riportata in Italia indossando una veste islamica verde su una tunica colorata, con mascherina e guanti. Silvia Romano, la cooperante milanese di 24 anni liberata dopo 18 mesi di prigionia in mano a terroristi islamici, ha riabbracciato ieri la sua famiglia e ringraziato chi ha permesso la sua liberazione. Subito dopo è stata ascoltata per quattro ore dai magistrati della Procura di Roma che indagheranno sul suo sequestro, avvenuto il 20 novembre del 2018 in Kenya dove si trovava, inviata da una piccola Ong marchigiana, per dare il proprio aiuto in un orfanotrofio del posto.

«Sono serena e durante il sequestro sono stata trattata sempre bene – ha detto subito agli agli inquirenti – Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri».

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La cooperante ha poi confermato di essersi convertita alla religione musulmana: una conversione nata da una libera scelta, ha sottolineato: «E’ successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata» aggiungendo che la sua decisione è stata «spontanea e non forzata. In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un po’ di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione – ha raccontato ancora – solo rispetto. Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi -ha ricordato Romano- Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati».

Silvia Romano, al suo arrivo a Ciampino, si è fatta fotografare, sorridente, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e i suoi familiari. Poi ha di nuovo abbracciato i genitori, visibilmente commossi. Dopo aver salutato il premier, il ministro degli Esteri, la famiglia, Silvia Romano è stata sottoposta al test sul coronavirus prima di proseguire verso la caserma del Ros per essere sentita sulla sua vicenda. Tanti i punti da chiarire: dalla dinamica del rapimento dino alla conversione ed al rilascio con pagamento di un riscatto (si avanza l’ipotesi che sia stata pagata una somma pari a 4 milioni di euro).

Sul suo rapimento i magistrati di piazzale Clodio hanno avviato una indagine che nei mesi si è avvalsa delle collaborazione sia delle autorità kenyote che di quelle somale. Per chi indaga la prima fase del sequestro è stata gestita da una banda composta da 8 persone che avrebbe poi ceduto la ragazza a gruppi islamisti legati a Al Shabaab in Somalia.

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lunedì, 11 Maggio 2020 - 09:50
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