Ex Cirio, deflagra l’inchiesta: domiciliari per Greco, arresto disposto (ma sospeso) per i big di Fi Cesaro e Pentangelo

L'imprenditore stabiese Adolfo Greco
di Manuela Galletta

Politici, dirigenti della pubblica amministrazione e imprenditori. L’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’affare dell’ex area industriale della Cirio a Castellammare di Stabia, interessata da un piano di riconversione e rigenerazione urbana mai decollato, deflagra a poco più di un anno di distanza dalla notizia dell’esistenza dell’indagine e dell’iscrizione nel registro degli indagati di 17 persone. Questa mattina sono state eseguite diverse misure di custodia cautelare, alcune agli arresti domiciliari, disposte dal giudice per le indagini preliminari Criscuolo del Tribunale di Torre Annunziata a corollario dell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Andreana Ambrosino e Rosa Annunziata, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli (che da un anno guida ad interim l’ufficio giudiziario). A vario titolo sono contestati i reati di corruzione, abuso d’ufficio e traffico di influenze. 

La misura degli arresti domiciliari è stata disposta per il noto imprenditore Adolfo Greco, detenuto ininterrottamente dal 5 dicembre del 2018 (prima in carcere e più di recente ai domiciliari) perché sospettato di avere fatto da mediatore tra la camorra del circondario stabiese e le vittime del pizzo (il processo di primo grado è in corso) e diversi mesi fa raggiunto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafioso perché avrebbe aiutato i nipoti del boss Zagaria a non perdere la concessione della distribuzione dei prodotti a marchio Parmalat dopo che la loro attività era stata colpita da un’inchiesta antimafia.

In questo nuovo filone, Greco deve fare i conti con il reato di corruzione per avere cercato di portare a casa, in maniera non lecita, il progetto di rinascita dell’area ex Cirio la cui proprietà, a partire dal 1999, era della Polgre, società di Greco e dei Polese di Sant’Antonio Abate. I fatti contestati risalgono al 2014. Nell’inchiesta, come Giustizia News24 riportò nell’esclusiva del 23 dicembre del 2018, sono coinvolti anche i parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro (senatore) e Antonio Pentangelo (deputato) ai quali era stato contestato il reato di corruzione per i fatti che andavano dall’ottobre del 2014 al 25 maggio del 2015. A Pentangelo inoltre è contestato il reato di abuso di ufficio. Il gip Criscuolo ha disposto per entrambi i domiciliari, ma l’esecuzione della misura è sospesa essendo i due indagati dei parlamentari: l’incartamento è stato trasmesso al Senato e alla Camera allegato da una richiesta di autorizzazione a procedere. 

Le condotte fanno riferimento alla nomina dell’architetto Maurizio Biondi (pure lui indagato per corruzione) come commissario ad acta che rilasciò il permesso a costruire in favore della Polgrest dopo anni di immobilismo, in tal senso, da parte del Comune di Castellammare di Stabia. Con particolare riguardo alla posizione di Pentangelo, la procura si sofferma sul ruolo ricoperto all’epoca dal politico: quella di presidente ad interim della Provincia di Napoli a seguito della decadenza di Cesaro che si ricandidò alle Politiche nel 2013. Secondo la procura questo incarico sarebbe stato utilizzato a vantaggio di Greco relativamente alla vicenda ‘Cirio’. Non solo: gli inquirenti ritengono che quell’incarico a Pentangelo fu conferito da Luigi Cesaro proprio perché quest’ultimo, che con Greco aveva avviato una personale interlocuzione, aveva intenzione di agevolare l’imprenditore nella vicenda.

L’inchiesta venne avviata dal pubblico ministero antimafia Giuseppe Cimmarotta: i primi elementi su possibili irregolarità nell’area ex Cirio emersero infatti proprio dall’inchiesta ‘Olimpo’ che hanno svelato i rapporti tra Adolfo Greco e la camorra stabiese. Inizialmente la Dda aveva ipotizzato anche un’ingerenza della camorra nell’affare alla luce di alcune conversazioni intercorse tra Greco e Michele Carolei, fratello del boss Paolo del clan Cesarano. Tuttavia quei dialoghi non restituirono certezze circa l’interferenza della camorra e così la Dda abbandonò la pista della criminalità organizzata e trasmise il fascicolo alla procura di Torre Annunziata. (Leggi gli aggiornamenti: Inchiesta ex Cirio, 6 ai domiciliari. Indagato Casillo (Pd), i pm: scambio di piaceri con Greco, voleva favorire una ditta)

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venerdì, 15 Maggio 2020 - 11:47
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