Bufera a via Arenula, Bonafede sulla graticola: mercoledì voto sulla mozione di sfiducia, le ‘mosse’ di Italia Viva

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Saranno quattro giorni tormentati e tempestosi per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Mercoledì dovrà affrontare nell’Aula del Senato il voto sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega e sostenuta dal centrodestra o sulla mozione di sfiducia ‘garantista’ presentata da Emma Bonino (+Europa) e firmata , da Matteo Richetti (Azione) e da un nutrito gruppo di senatori di Forza Italia.

Ci arriverà col carico da novanta della bufera, inarrestabile, che si è abbattuta sul suo dicastero, prima con le dimissioni del capo Dap Francesco Basentini (travolto dalle polemiche per i domiciliari concessi a malavitosi e boss mafiosi) e poi con le dimissioni del capo di Gabinetto Fulvio Baldi, dopo che il suo nome è saltato fuori all’improvviso dall’inchiesta perugina sul pm (sospeso) Luca Palamara che già un anno fa ha disvelato gli interessi di quest’ultimo nel condizionare le nomine dei capi di alcuni uffici di procura. Nel mezzo l’irreale polemica scoppiata dopo le velenose e insinuanti dichiarazioni in diretta tv del magistrato Nino Di Matteo.

La ‘conferma’ di Bonafede è nelle mani di Italia Viva, che siede nella maggioranza ma che – al solito – tiene i grillini sulla graticola. Se il voto del Pd in favore del Guardasigilli è scontato, i renziani, ufficialmente, giocano la carta della ‘suspence’: dicono che vogliono ascoltare il ministro prima di decidere. Un modo come un altro per lasciare intendere ai pentastellati che all’interno della maggioranza occorre trovare un nuovo equilibrio su temi politici di interesse dei renziani. Come quello della regolarizzazione dei migranti, al quale il capo del Movimento (ad interim) Vito Crimi si era opposto fermamente e che poi – proprio a seguito della presentazione della mozione di sfiducia a Bonafede e della posizione di tentennamento volutamente assunta dai renziani – si è sbloccata, finendo nel maxi ‘dl Rilancio’. Oppure come il taglio della prima rata dell’Irap, fortemente voluto da Iv.

Prima di mercoledì, dunque, potrebbe esserci un nuovo incontro tra i renziani e il premier Conte, proprio come accaduto alla vigilia dell’approvazione del ‘dl Rilancio’, circostanza che ha indispettito non pochi i grillini. Bisognerà capire, a questo punto, quali condizioni detterà Italia Viva per trovare l’accordo. Ché l’accordo si troverà. Votare la mozione di sfiducia a Bonafede, significherebbe assestare un colpo pesantissimo al Governo e provocarne la caduta: il Guardasigilli è una figura centrale del Movimento, oggi ne è il capodelegazione e, insieme a Sergio Costa, è stato il solo ad essere riconfermato nel suo ruolo nel passaggio dall’esecutivo gialloverde a quello giallorosso. Né va dimenticato che nei periodi più bui, Bonafede ha sempre avuto l’appoggio di Conte. E non potrebbe essere altrimenti se si considera che a portare Conte nel Movimento è stato proprio l’avvocato siciliano.

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sabato, 16 Maggio 2020 - 13:34
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