Riemerge dal passato l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che questa mattina è sfociata nell’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio.
A distanza di 14 anni, gli inquirenti hanno messo insieme i tasselli di uno degli omicidi irrisolti che scandì la guerra di camorra alla Sanità quando ancora nel rione comandava il clan Misso: il ras Nicola Sequino (51 anni), Andrea Manna (43 anni) e Vincenzo Troncone (di 53 anni) si sono visti recapitare in carcere, dove sono detenuti per altri reati, il provvedimento restrittivo con l’accusa dell’omicidio di Vincenzo Prestigiacomo, il marito di Celeste Misso (nipote dell’ormai ex boss Giuseppe Misso ‘o nasone).
Prestigiacomo venne ammazzato il 30 ottobre del 2006 in via Porta San Gennaro: l’uomo si trovava all’uscita di un bar quando fu sorpreso dai killer che esplosero 4 colpi di pistola a distanza ravvicinata, ferendolo mortalmente alla testa; nel raid rimase ferita di striscio, per errore, anche una donna rumena che era nel locale. L’omicidio si inseriva nello scontro che all’epoca era in atto tra i Misso e gli scissionisti guidati da Salvatore Torino, poi passato a collaborare con la giustizia. Ed è proprio sulla scorta delle dichiarazioni dei pentiti che è stato confezionato questo nuovo atto d’accusa.
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lunedì, 18 Maggio 2020 - 18:47
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