Mozione sfiducia a Bonafede, Mirabelli (Pd) contesta le opposizioni e sorvola sui punti della Bonino. Appello al Guardasigilli

Il senatore Franco Mirabelli

Si sofferma a lungo sulle motivazioni della mozione di sfiducia presentata dalla Lega e sostenuta dal centrodestra, definisce – non a torto – strumentali le polemiche sulle scarcerazioni di diversi malavitosi e conclude sostenendo che il centrodestra prova a ‘manipolare’ il tema dei boss finiti ai domiciliari solo allo scopo di fare cadere il governo. Franco Mirabelli, senatore del Pd, sceglie volutamente di concentrarsi sulle contestazioni più facili da smontare per spiegare il perché il Pd «voterà contro la mozione di sfiducia in modo deciso e convinto».

Sui punti più delicati, e di alto livello, toccati invece da Emma Bonino con la sua mozione ‘garantista’, quella che mette sul banco degli imputati tutta la politica giudiziaria portata avanti in questi due anni da Bonafede, Mirabelli decide di sorvolare, evitando così l’imbarazzo di doversi lanciare in funamboliche argomentazione per difendere una linea che il Pd non sempre ha condiviso ma, dal giorno della nascita del governo giallorosso, ha subito. «E’ evidente il tentativo delle opposizioni di fare cadere il governo, scommettendo sulle differenze di più partiti che convivono in una coalizione di maggioranza – dice Mirabelli – Ci sono politici che hanno firmato mozioni contrapposte (quella della Lega e quella della Bonino, ndr). Un’opposizione che in un momento tanto grave sceglie questa strada, la strada della sfiducia, è un’opposizione senza argomenti, è un’opposizione che preferisce logorare il governo piuttosto che lavorare per i problemi dei cittadini. Non credo che sia la responsabilità di chi dovrebbe lavorare per il paese».

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Per dimostrare la strumentalità delle posizioni del centrodestra, Mirabelli osserva che «sulle carceri si fanno ricostruzioni strumentali, false. Non c’è stato nessuno svuotacarceri, nessun rilascio di chi è stato protagonista delle rivolte in carcere. Io speravo che in quest’aula nessuno potesse usare strumentalmente la telefonata di un magistrato in diretta televisiva, ma invece avete addirittura ringraziato il giornalista televisivo». «Smettiamo la propaganda», incalza Mirabelli.

Quindi il senatore del Pd lancia un appello al ministro, evidenziando da un lato la ‘lealtà’ dei ‘dem’ ma rivendicando una politica giudiziaria che tenga conto anche delle loro idee. «Le chiedo ministro di cogliere l’occasione per aprire una discussione in maggioranza, trovando una sintesi tra le diverse culture politiche di questa maggioranza nell’interesse del Paese. Lei è ministro di un governo diverso e la discontinuità deve essere forte. Creiamo insieme un’agenda condivisa, che segni discontinuità col passato. Le riforme dell’agenda del civile e del penale sono più che mai necessarie. Riaffrontiamo il tema della prescrizione. Rimettiamo in agenda i temi della riforma carceraria, dell’esecuzione della pena. Su queste questioni troverà un Pd disponibile. Noi non siamo come quelli che aboliscono la prescrizione stando in maggioranza e poi la criticano quando passano all’opposizione», conclude Mirabelli.

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mercoledì, 20 Maggio 2020 - 11:38
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