Milano, inchiesta sull’ospedale alla Fiera: il ‘miracolo’ di Bertolaso e le donazioni sotto i riflettori dei pm

Fiera Milano

Costruire l’ospedale in Fiera a Milano in piena emergenza Coronavirus era necessario oppure, per recuperare posti in terapia intensiva, si potevano recuperare e riutilizzare parte dei padiglioni dismessi dell’ospedale di Legnano? E ancora: le cospicue donazioni arrivate dai privati per il ‘miracolo Bertolaso’ , 21 milioni di euro, potevano essere impiegati diversamente, magari investendo sulla protezione dei medici o sulle strutture per la quarantena dei pazienti positivi? Se lo chiede Adl Cobas Lombardia e adesso proverà a rispondere anche la procura della Repubblica di Milano. I magistrati del capoluogo lombardo hanno infatti aperto un fascicolo di inchiesta, un atto dovuto a seguito proprio della presentazione dell’esposto dell’Adl Cobas. Per ora si tratta di un fascicolo conoscitivo, ossia non via né ipotesi di reato né indagati: a lavoro vi è il dipartimento di contrasto ai reati nella pubblica amministrazione guidato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli.

Nell’esposto – firmato dal portavoce del sindacato Riccardo Germani e depositato dall’avvocato Vincenzo Barbarisi – il sindacato chiede di «verificare se la tutela degli interessi privati abbia avuto prevalenza rispetto alla prioritaria tutela della salute pubblica» nella costruzione dell’ospedale in Fiera, soprannominato “astronave” da Guido Bertolaso, consulente speciale incaricato per l’operazione dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. I dubbi del Cobas sono numerosi. Anzitutto c’è il tema della reale utilità della struttura. «Sembra che non sia mai stato superato il numero di 25 unità», si legge nell’esposto, e perciò «si può in via empirica affermare che per ogni paziente ricoverato nell’Astronave sia costato la modica cifra di euro 840 mila per ogni singolo paziente». Quindi il sindacato si chiede se fosse stato più utile recuperare posti letto puntando su strutture già esistenti: «Con pochi soldi e lo stesso personale si potevano attivare posti letto nei padiglioni dell’ex ospedale di Legnano, oppure allo Stomatologico di Milano o nella Rsa a Pogliano Milanese, con 280 posti letto da inaugurare». Ripiegando su queste strutture, conclude il Cobas, si sarebbero potuti utilizzare i soldi delle donazioni per affrontare altre criticità dell’emergenza:«Proprio nel momento di maggiore criticità, tali fondi sarebbero potuti essere impiegati diversamente ad esempio facendo i tamponi ai medici, ai pazienti e al personale delle Rsa, investendo sulle strutture per la quarantena dei pazienti positivi ma non guariti per evitare focolai domestici – si legge nella denuncia – creando squadre di medici per intervenire ai primi sintomi a domicilio per evitare l’ospedalizzazione».

 

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giovedì, 21 Maggio 2020 - 14:24
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