Caserta, 24enne uccide la madre a coltellate poi confessa: «Subivo pressioni insopportabili»

rubina chirico
Rubina Chirico col figlio Edoardo

Ha ucciso la madre a coltellate, arrivando a sfigurarla, perché stanco delle pressioni che la donna esercitava su di lui per la carriera universitaria. Questo ha dichiarato agli inquirenti Edoardo Chirico, studente di 24 anni che ha confessato l’omicidio della madre Rubina Chirico, 52. La terribile vicenda è accaduta a Caserta, teatro del matricidio la casa di Corso Trieste in cui la donna viveva da sola; Edoardo, suo unico figlio, viveva a Spello, in provincia di Perugia, per poter frequentare la facoltà di Scienze politiche. E proprio la sua vita da universitario ed il rendimento negli studio sarebbero alla base del gesto del giovane, motivato, stando al suo racconto, dalla frustrazione e dalla rabbia accumulata nel tempo nei confronti della donna.

Il giovane Edoardo si è poi costituito in Questura ed è ora in carcere con l’accusa di omicidio.    Ai poliziotti ha parlato di «pressioni insopportabili» cui era sottoposto dalla madre; sul corpo della donna si sarebbe accanito con estrema violenza, accoltellandola a morte e sfigurandone il volto. La vittima non ha avuto tempo di reagire.

Sulla vicenda è intervenuto il Centro sociale Ex Canapificio, che ha fornito assistenza alla donna con lo sportello per il reddito. «Rubina – dice una nota dell’associazione – venne la prima volta allo sportello per il reddito nell’estate 2019, abitava ancora a Santa Maria Capua Vetere. Non venne sola, il figlio la accompagnava, era uno dei momenti in cui era a Caserta con lei. Da allora la sostenemmo per alcuni mesi su alcune richieste che ci fece, riguardanti per lo più la casa, e imparammo a conoscere la sua intelligenza, la sua determinazione e la sua indignazione per come le persone in difficoltà vengano schiacciate senza alcuna pietà. Lo provava sulla sua pelle. La notizia della sua morte ci ha sconvolto, ma vogliamo dire una cosa in modo netto. Le persone che vengono allo Sportello Reddito sono persone reali, con il proprio carico di delusione e rabbia per le ingiustizie che hanno vissuto sulla loro pelle per anni. Perciò, alle istituzioni che oggi piangono questo orrendo delitto gridiamo: quando chiudete gli spazi sociali avete sbattute le porte in faccia a Rubina e a tanti come lei. Andremo avanti Rubina, perché il tuo ricordo ci rende più forti, più instancabili, più determinati che mai» conclude la nota del Centro.

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lunedì, 25 Maggio 2020 - 09:38
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