Truffa con sistema ‘catena di Sant’Antonio’, frodati centinaia di risparmiatori in tutta Italia

Guardia di Finanza

Sulla carta era strumenti finanziari capaci di dare interessi fino al 60% ma nella realtà erano fasulli ed a struttura piramidali. Una truffa vera e propria in cui è incappato un centinaio di risparmiatori in tutta Italia e scoperta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria; i finanzieri questa mattina hanno sequestrato beni per 1,5 milioni di euro a carico dei tre presunti autori della frode, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di truffa aggravata.

Tra gli indagati anche un funzionario – ora in pensione – di un Istituto di credito che ha fornito il proprio supporto ai membri dell’associazione nell’individuazione dei potenziali clienti.    Le indagini, denominate “Le piramidi” e coordinate dal procuratore aggiunto vicario Gerardo Dominijanni e dal pm Marco Lojodice, hanno consentito di rilevare come gli indagati, agendo sotto lo schermo di società finanziarie appositamente costituite in Italia e all’estero, si facessero consegnare somme di denaro dai clienti prospettandogli il reinvestimento in fondi di risparmio promettendo tassi di interesse particolarmente allettanti, talvolta anche fino al 40%. I componenti l’organizzazione incameravano le somme e, per rendere credibile la truffa, provvedevano al rimborso, solo parziale, delle stesse, in piccole “tranche” e mediante ricariche su carte prepagate.

Inoltre, gli indagati facevano stipulare ai truffati polizze assicurative fittizie a garanzia degli investimenti  ottenendo ulteriori somme indebite. I falsi piani assicurativi erano gestiti da uno degli indagati mediante una società nel padovano. Gran parte degli investimenti, riferisce la Guardia di finanza, avvenivano mediante la stipula di contratti di associazione in partecipazione all’interno di strutture piramidali (le cosiddette “Multi level marketing”), tra le quali i network “Adamax”, “Unetenet”, “TelexFree” e “Lirbertagià”, gestiti dal principale indagato. Reti attraverso le quali i clienti venivano inseriti in una sorta di “Catena di Sant’Antonio” facendo credere loro che per ottenere maggiori compensi avrebbero dovuto “reclutare” nuovi soggetti.

A conclusione delle indagini, i finanzieri hanno sequestrato disponibilità finanziarie su conti corrente in Italia e nell’isola di Tenerife (Spagna), terreni a Reggio Calabria, oggetti preziosi tra cui diamanti, collane, bracciali, anelli in oro, orologi di alto valore altre pietre preziose e 241 monete di argento.

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mercoledì, 27 Maggio 2020 - 10:46
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