Camorra e droga, l’Appello condanna (con lo sconto) i fedelissimi di lady Pagano. Verdetto ribaltato solo per un imputato


Una sola assoluzione, che va a ribaltare il precedente verdetto, e 16 condanne (undici delle quali ridimensionate): si è chiuso con questi numeri il processo di secondo grado, per i reati contestati a vario titolo di camorra e droga, a carico dei fedelissimi della lady camorra Rosaria Pagano, la donna che ha ereditato la guida del clan Amato-Pagano in seguito all’arresto di tutti i componenti ‘maschi’ chiamati a succedere ai padrini detenuti Cesare Pagano e a Raffaele Amato. I giudici della sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli (presidente Antonio Gallo) hanno premiato a pieni voti l’inchiesta che fu coordinata dai pubblici ministeri antimafia Vincenza Marra e Maurizio De Marco e che fu promossa già nel giugno del 2018 dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli con la sentenza al processo con rito abbreviato.

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18 anni per droga

La colpevolezza sancita due anni fa è stata infatti confermata, ad eccezione della posizione di Mario De Marinis che è stato assolto per non avere commesso il fatto: era accusato di traffico di droga con l’aggravante della matrice camorristica. E’ passata la linea della difesa, sostenuta dall’avvocato Raffaele Chiummariello, che ha contestato l’impianto accusatoria: la difesa ha evidenziato che le intercettazioni a carico di De Marinis presentavano un contenuto equivoco e, in assenza di riscontri come il sequestro di droga, non era possibile dimostrare in maniera certa un suo coinvolgimento nel business. De Marinis è attualmente detenuto perché coinvolto in un’altra inchiesta anti-camorra che verte però sul clan Lo Russo.

Rispetto alle posizioni degli altri 16 imputati, la Corte d’Appello ha confermato il verdetto di colpevolezza ma concedendo a 12 imputati lo sconto di pena. Nello specifico sono stati inflitti 19 anni e 8 mesi a Mario Avolio; 11 anni e 8 mesi a Vincenzo Barbella; 8 anni e 10 mesi a Massimo Cesarini; 7 anni e 8 mesi a Patrizio Corvietto; 6 anni a Gennaro D’Angelo; 10 anni a Giuseppe Iavarone (la condanna ingloba un’altra condanna divenuta definitiva il 2 gennaio del 2016); 12 anni e 8 mesi per Giuseppe Leonardi; 8 anni e 8 mesi per Leonardo Leonardi; 8 anni 5 mesi e 10 giorni per Luigi Leonardi; 18 anni per Ferdinando Lizza; 9 anni, 11 mesi e 10 giorni per Giovanni Onorato; un anno, pena sospesa, per Carmela Ferro.  

Lo sconto di pena è stato accordato alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del marzo del 2019 con la quale è stato dichiarato illegittimo il minimo edittale (reclusione di otto anni) previsto per il reato di detenzione e spaccio di droga: in base alla decisione della Consulta il minimo edittale è di sei anni. Alla luce di questa pronuncia, intervenuta un anno dopo la sentenza del gip che ha quindi tenuto conto, nel computo della pena, del ‘vecchio’ minimo edittale, la Corte d’Appello ha proceduto ad un nuovo conteggio, accogliendo così uno dei motivi di ricorso proposti dalla difesa (rappresentata, tra gli altri, dagli avvocati Rocco Maria Spina, Alfredo Guarino, Anna Fusco, Carlo Bianco, Dario Cuomo, Pignatelli, Franco Verde).

La sentenza, invece, è stata confermata in toto per Daniele Bolognini, Vincenzo Bolognini, Salvatore Manzo, Giovanni Miliardi. Infine è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta morte del reo in relazione alla posizione di Salvatore Tufo. 

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venerdì, 29 Maggio 2020 - 13:55
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